Ucraina. La paura della gente di Kiev e Kharkiv: «Attaccheranno di nuovo via terra»
La distruzione dell'ultimo attacco missilistico a Kharkiv
Il Cremlino ha definito l’abbattimento dell’Ilyushin 76, precipitato mercoledì nell’oblast russo di Belgorod mentre trasportava 65 prigionieri di guerra ucraini, un «atto mostruoso» da parte di Kiev. Non meno aggressiva, ventiquattr’ore dopo, la replica del presidente Zelensky: «È ovvio che i russi giocano con la vita dei prigionieri ucraini», ha affermato il presidente su Telegram chiedendo una indagine internazionale capace di fare chiarezza su quanto accaduto. Il difensore civico per i diritti dell'Ucraina, Dmytro Lubinets, ha chiesto alle Nazioni Unite e al Comitato della Croce Rossa internazionale di ispezionare il luogo dove è precipitato l’Ilyushin. Un’indagine internazionale «sulle azioni criminali del regime di Kiev, è assolutamente necessaria» ha replicato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Tuttavia, ha aggiunto Peskov, dopo l’episodio di mercoledì le prospettive future dello scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina non sono per nulla chiare e quindi «non si può dire nulla» se lo scambio di prigionieri sia stato effettivamente sospeso. Il portavoce dell’intelligence militare ucraina (Diu), Andrii Yusov, ha ammesso che uno scambio di prigionieri fra russi e ucraini era effettivamente previsto mercoledì nella zona del fronte di Sumy e Kiev aveva intrapreso tutte le misure per condurlo a buon fine. Nessuno aveva però avvertito di un aereo in arrivo con i prigionieri ucraini. Una fonte militare francese, a quanto riporta Franceinfo, è stato colpito da una batteria di difesa aerea Patriot di fabbricazione americana, in dotazione all'esercito ucraino. Intanto sono state trovate le due scatole nere dell'Ilyushin 76 che saranno consegnate oggi a un laboratorio russo. Prosegue intanto la battaglia missilistica. L'Ucraina ha abbattuto 11 dei 14 droni lanciati dalla Russia l‘altra notte. Lo ha reso noto l'aeronautica militare di Kiev. I droni sono stati abbattuti sopra le regioni di Mykolaiv e Odessa.
C’è una località che continua ad alimentare gli incubi dell’Ucraina: quella di Gostomel. A trenta chilometri da Kiev, la cittadina è stata teatro della “battaglia dell’aeroporto”, come è stata battezzata, dove venne distrutto anche l’aereo dei record, l’Antonov An-225. Alle 8 del mattino del primo giorno di guerra, il 24 febbraio 2022, trenta elicotteri avevano raggiunto lo scalo facendo atterrare centinaia di truppe armate. Era il ponte aereo pianificato dal Cremlino per conquistare la capitale ed era l’apripista alle colonne meccanizzate di Putin in arrivo dalla Bielorussia. Alla fine l’operazione verrà fermata dalla resistenza ucraina, ma terrà in scacco l’intera area e anche Kiev per oltre un mese e dopo la ritirata si lascerà dietro morte, fosse comuni, agglomerati devastati. A distanza di due anni, uno «sbarco dal cielo» sul modello di Gostomel viene rilanciato dalla Russia per tentare di mettere le mani su Kharkiv. Ma non è il solo spettro con cui fa i conti il Paese in questi giorni. Sulle due principali città dell’Ucraina incombe una nuova invasione ipotizzata da Mosca che torna a prospettare lo stesso piano d’attacco sperimentato ma fallito nelle prime settimane del conflitto: l’assedio di Kiev e Kharkiv con carri armati, truppe d’assalto e velivoli.
La distruzione dell'ultimo attacco missilistico a Kiev - Ansa
Cinquecento chilometri separano la capitale dall’ex capitale nell’est del Paese. Quattro milioni di abitanti complessivamente. E un destino comune fin dall’inizio dell’invasione russa: essere città-simbolo che il Cremlino ambisce a far capitolare. Mentre il macabro calendario dell’aggressione sta per segnare la fine del secondo anno di guerra, le due metropoli tornano nel mirino. Complice anche le difficoltà che l’Ucraina attraversa sia sul versante militare, sia per gli aiuti internazionali, sia a causa delle fibrillazioni interne. Missili e droni hanno ripreso a cadere nel cuore di entrambe le città: diciannove i morti martedì e oltre ottanta feriti in uno degli attacchi massicci che le hanno colpite insieme con varie regioni del Paese. Più facile bersagliare Kharkiv che è a ridosso del confine russo; però la pioggia di ordigni che viene lanciata in simultanea da Mosca (41 i missili fatti partire martedì) mette in ginocchio i sistemi di difesa che finora hanno protetto la capitale.
L'arrivo di un missile russo a Kiev nell'ultima settimana - Reuters
Una strategia della tensione che la Russia accompagna a una minaccia: quella del “colpo di grazia” alla nazione aggredita con le offensive via terra sulle due grandi città che lasciano ventilare i generali di Putin. «Solo propaganda», rassicurano i vertici delle forze armate ucraine. Però il nervosismo cresce fra la gente. «Abbiamo fiducia nei nostri militari, ma troppe voci si rincorrono e troppi segnali ci preoccupano», si sente ripetere per le strade. Non è un caso che le autorità invitino a far riferimento soltanto alle informazioni ufficiali. E aumenta la paura di ritorsioni per gli attacchi ucraini oltre confine: da quelli a Belgorod o sul mercato nel Donetsk all’aereo militare russo abbattuto.
La gente di Kiev nelle stazioni della metropolitana usate come rifugio durante un attacco missilistico - Reuters
Certo, come ammette lo stesso esercito, la pressione militare russa cresce lungo tutto il fronte che va da Kherson, nel sud del Paese, al Donbass nell’est. E adesso anche alle frontiere. Comprese quelle a nord di Kiev che teme di trovarsi di nuovo alle porte i soldati di Mosca. «In queste prime settimane del 2024 gruppi di sabotaggio e di ricognizione russa hanno cercato almeno cinque volte di entrare dalle regioni di Chernivtsi e Sumy», dice alla stampa il comandante delle forze congiunte ucraine, Serhiy Naev. Raid per sfondare il confine settentrionale e puntare verso la capitale. «Comunque non notiamo un incremento di forze russe. Ma teniamo sotto costante osservazione tutto», aggiunge. E fa sapere che «nella zona operativa nord è in corso la preparazione di nostre unità che saranno in grado di contrastare l’esercito avversario utilizzando aerei senza pilota, installando barriere esplosive, creando punti di vedetta». Se si concretizzasse questo schema, Mosca attaccherebbe la capitale non dalla Bielorussia, come era accaduto nel 2022, ma attraversando le due oblast a nord-est della città con le truppe russe che dovrebbero percorrere almeno 200 chilometri prima di raggiungere Kiev. Tuttavia nessuno esclude che si tratti di un diversivo. Entrambe le regioni restano sotto il costante fuoco russo che parte al di là della vicina frontiera e serve per sfibrare la popolazione.
La distruzione dell'ultimo attacco missilistico a Kiev - Ansa
A far suonare il campanello d’allarme a Kharkiv è, invece, l’Istituto statunitense per lo studio della guerra. In un dossier rivela che la Russia potrebbe formare brigate d’assalto per «compiere ricognizioni oltre le linee difensive ucraine» e penetrare in città. Una tattica «non nuova che era stata impiegata anche durante l’intervento sovietico in Afghanistan», si legge. Secondo fonti di Mosca citate dal rapporto, le nuove formazioni potranno effettuare atterraggi senza paracadute ricorrendo a «elicotteri per un rapido dispiegamento del personale». Poi comincerebbe l’incursione sul campo. Anche in questo caso sarebbe una “rivincita” dopo la mancata presa della città di due anni fa che era stata circondata con uomini e mezzi giunti percorrendo i cinquanta chilometri che la separano dalla Russia. «Lo “scenario Gostomel” è improbabile – mette le mani avanti Andrii Kovalenko, tenente delle forze di difesa –. Già lo sbarco di Gostomel è stato un flop. Poi oggi l’Ucraina ha rafforzato di molto le sue difese aeree».
La distruzione dell'ultimo attacco missilistico a Kharkiv - Reuters
Kharkiv con l’intera sua regione resta uno dei principali obiettivi del Cremlino. Per allargare le zone occupate che, oltre alla Crimea, comprendono già gran parte di quattro regioni: Kherson, Zaporizhzhia, Lugansk e Donesk. Kharkiv sarebbe la quinta, in continuità territoriale con il Donbass. Ecco perché si sta intensificando l’accanimento russo nell’ultimo lembo dell’oblast, intorno alla città di Kupiansk. Occupata per sei mesi e poi liberata, ha l’esercito di Mosca a pochi chilometri. Uno dei villaggi intorno, quello di Krokhmalne, è caduto in mano russa da pochi giorni. «Si tratta di un insediamento di 45 persone. Il nemico non può progredire ulteriormente e non rappresenta una minaccia per le nostre unità», segnala il portavoce dell’esercito, Volodymyr Fityo. Nel frattempo è scattata l’evacuazione obbligatoria di venti piccoli abitati nei pressi della città. Se Kupiansk venisse riconquistata, gli uomini di Mosca potrebbero dirigersi verso il centro della regione e guardare a Kharkiv che dista, però, oltre cento chilometri.
Le trincee ucraine intorno a Kupiansk nella regione di Kharkiv - Reuters
Da Kupiansk parte la linea di combattimento che separa l’Ucraina libera da quella occupata e che scende fino al mar Nero. «La Russia ha aumentato gli assalti con il gelo – avverte l’intelligence britannica –. Ma anche le perdite». Un’escalation che all’incrocio fra le regioni di Donetsk e Lugansk fa registrare fino a 70 raid al giorno e 700 bombardamenti. Una delle linee più calde va Lyman a Bakhumt. E qui sono schierati 200mila soldati russi, sostiene Fityo. «Il nemico è forte. Sta avanzando. Occorrono grandi sforzi per impedirgli di spingersi oltre», prosegue. E parla anche di un’«impennata dell’uso degli aerei».
Le trincee ucraine e i campi minati intorno a Kupiansk nella regione di Kharkiv - Reuters
Gli annunci di evacuazioni si moltiplicano. Segno della criticità della situazione. Come accade ad Avdiivka, dove è in corso una delle più feroci battaglie. Aveva 30mila abitanti: adesso è una città fantasma, quasi completamente distrutta, in cui restano in appena 1.900. Il territorio è circondato. E alla gente è stato chiesto per l’ennesima volta di lasciare al più presto l’area. «Ma dire che tutto è perduto non è vero», afferma Vitaliy Barabash, capo della locale amministrazione militare. Però ammette che si registrano «perdite significative da entrambe le parti». E spiega che sono state realizzate «reti di tunnel sotterranei per resistere». È la tecnica impiegata nei «mille chilometri di fronte» che, dicono i dispacci di Kiev, l’esercito ha fortificato con «campi minati e terrapieni a tre strati che saranno utili non sono in fase difensiva ma anche offensiva». Nel 2024 la guerra passa ancora dalle trincee appena scavate.
Le trincee ucraine intorno a Kupiansk nella regione di Kharkiv - Reuters