Per il governo socialista francese è l’ora dei primi ripensamenti sul fronte bioetico, almeno rispetto all’oltranzismo sprezzante esibito l’anno scorso nei confronti dei cortei chilometrici opposti alle nozze e adozioni gay. Il vento umanista d’impegno e protesta civile emerso nel Paese dopo i messaggi di sensibilizzazione della Chiesa francese e gli appelli a scendere in piazza della “Manif pour tous” non si è affatto spento, come mostrano i due nuovi cortei organizzati domani, a Parigi e Bordeaux, proprio dalla piattaforma associativa, decisa a non tacere su nodi come le avvisaglie di sbarco a scuola della teoria del gender o l’ipotesi d’estensione della fecondazione assistita alle coppie lesbiche. Ma questa volta, alla vigilia della mobilitazione, l’esecutivo ha impiegato toni particolarmente prudenti, come ha mostrato ieri un’intervista sul quotidiano cattolico
La Croix in cui il premier Manuel Valls ha ufficializzato il dietrofront governativo sul tema spinoso della maternità surrogata, nota pure come “utero in affitto”. Si tratta di una «pratica intollerabile di commercializzazione degli esseri umani e di mercificazione del corpo delle donne», ha riconosciuto il premier, impiegando espressioni simili a quelle dei portavoce della Manif. Eppure, lo stesso Valls si era detto «favorevole» alla gravidanza surrogata nel 2011, quando era candidato alle primarie socialiste in vista della corsa all’Eliseo. Ma da allora, c’è stata una virata: «Ho riflettuto a livello personale. Si può evolvere, si può cambiare, si possono confrontare le idee», ha riconosciuto ieri il premier ai microfoni delle radio. Sulla
Croix, Valls ha chiarito che «la maternità surrogata è e sarà proibita in Francia», trattandosi di «una scelta inflessibile del presidente della Repubblica e del suo governo».Nonostante anche altri noti esponenti Ps si siano espressi in passato a favore della pratica, come l’attuale ministro dell’Istruzione Najat Vallaud-Belkacem, l’esecutivo socialista intende adesso persino mobilitarsi per contrastare il fenomeno su scala mondiale. Parigi «intende promuovere un’iniziativa internazionale che potrebbe sfociare, ad esempio, nel convincere i Paesi che autorizzano la maternità surrogata a non accordare più il beneficio di questa modalità di procreazione ai cittadini di Paesi che la vietano», ha annunciato Valls, assicurando che il ministro degli Esteri Laurent Fabius si attiverà a livello diplomatico fin dalle «prossime settimane». Inoltre, «il governo esclude totalmente di autorizzare la trascrizione automatica degli atti di nascita stranieri, poiché ciò significherebbe accettare e normalizzare la gravidanza surrogata». Una dichiarazione, questa, di segno opposto rispetto a una circolare ministeriale dell’anno scorso, firmata dalla guardasigilli Christiane Taubira, volta a favorire le trascrizioni. Il governo, ha inoltre aggiunto Valls, temporeggerà sul nodo dell’accesso alla fecondazione assistita, oggi riservata alle coppie eterosessuali sterili, e sulle questioni del fine-vita, in attesa di due rapporti affidati rispettivamente al Comitato consultivo nazionale d’etica e a un gruppo di lavoro parlamentare bipartisan. Diversi politologi ravvisano già un «dietrofront tattico» da parte di un esecutivo estremamente indebolito in termini d’immagine e deciso per ora a concentrarsi sui temi economici. Da parte sua, Albéric Dumont, coordinatore generale della Manif pour tous, ha denunciato ieri «l’ipocrisia del governo, non disposto a ritirare la circolare Taubira». In proposito, nelle scorse settimane, anche una decina di deputati Ps aveva chiesto di legiferare esplicitamente contro la maternità surrogata per porre fine alle ambiguità e contraddizioni della maggioranza. «Ciò che è umano non è una merce!», reciterà domani lo slogan principale dei cortei, ai quali si uniranno pure diversi leader dell’opposizione neogollista, come gli ex ministri Xavier Bertrand e Laurent Wauquiez.