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Brasile. La strage dell'Amazzonia: nell'era Bolsonaro abbattuti 21 alberi al secondo

Redazione Esteri venerdì 23 giugno 2023

La deforestazione nello Stato brasiliano del Para

Ogni giorno, nell’Amazzonia brasiliana, sono stati abbattuti ventuno alberi al secondo. La strage è andata avanti ininterrottamente tra il 2019 e il 2022, ovvero durante l’amministrazione di Jair Bolsonaro. E ha portato alla perdita di 6,6 milioni di ettari di vegetazione in tutto il Brasile, una superficie pari a una volta e mezza quella dello Stato di Rio. In un solo giorno, il 25 luglio scorso, è stata devastato l’equivalente di 8.400 campi di calcio. Le ventiquattro ore più tragiche, le ha definite l’ultimo rapporto di MapBiomas che ha cercato di quantificare l’eredità di Bolsonaro, leader dell’ultra-destra, determinato ad "apriire" allo sfruttamento economico la foresta amazzonica e gli altri ecosistemi protetti, come il Cerrado. Durante il suo mandato, vari organismi per la tutela ambientale sono stati smantellati. E la deforestazione è cresciuta: + 22 per cento solo nel 2022. Nel corso del suo governo, sono stati registrate 303mila allerte, nel corso dell’anno scorso sono stati 239 al giorno. La gran parte delle terre – quasi due milioni di ettari - sono state disboscate per far posto alle coltivazioni intensive. Una situazione che il nuovo esecutivo, guidato da Luiz Inácio Lula da Silva, è determinato a ribaltare. Non sarà facile. Il maggiore ostacolo è il Congresso, dove il presidente non ha la maggioranza e la lobby dei latifondisti ha una folta rappresentanza.