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Cop28. L'Italia darà più di tutti al fondo per i Paesi poveri vittime del clima

Marco Iasevoli venerdì 1 dicembre 2023

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Se in Europa Meloni non nasconde una certa dose di “ecoscetticismo”, alla Cop 28 di Dubai la premier fa mostra invece di profonda convinzione nella lotta ai cambiamenti climatici. E si prende la scena - e un applauso spontaneo di leader e sherpa - quando annuncia che l’Italia contribuirà con 100 milioni di euro al lancio del Loss and damage fund, a beneficio delle Nazioni più vulnerabili. Un contributo sorprendente, che mette Roma in cima alla lista dei Paesi donatori, davanti alla Germania e ai padroni di casa emiratini (che versano 100 milioni in dollari), mentre la superpotenza americana si ferma ad appena 17,5 milioni di dollari. Meloni dunque non si iscrive alla rete transnazionale dei “frenatori climatici”. Piuttosto a Dubai trasla su scala internazionale la battaglia che ha ingaggiato in Italia contro i cibi sintetici. «Non vorrei - è il suo monito - che i ricchi mangeranno cose naturali mentre ai poveri daremo alimenti di laboratorio», dice la premier nel giorno in cui il Quirinale promulga - con la rassicurazione che il governo si conformerà a eventuali osservazioni europee - la legge contro la “carne coltivata”.

Tornando all’impegno sul clima, la premier ha, come previsto, evidenziato la strategia italiana di cooperazione e investimenti con l’Africa, il cosiddetto “piano Mattei”. Nonostante il recente rinvio della conferenza che dovrebbe dare il via al piano vero e proprio, ufficialmente per le nuove tensioni internazionali ma secondo indiscrezioni di palazzo anche per carenza di risorse, Meloni ha confermato che «intende destinare una quota estremamente significativa del Fondo italiano per il Clima - la cui dotazione complessiva è di 4 miliardi di euro - alle Nazioni più vulnerabili dell'Africa, per iniziative volte alla mitigazione e all'adattamento ai cambiamenti climatici». Insomma si confermerebbe un investimento da circa 2,5-3 miliardi. La logica è quella illustrata più volte da Meloni: con l’Africa ci vuole «non un approccio caritativo», ma «cooperazione alla pari», ha detto la premier nel suo speech in inglese durante la sessione dedicata all'adattamento ai cambiamenti climatici. È in questo contesto che Meloni ha annunciato i 100 milioni di euro al Loss and damage fund, ed è sempre in questo contesto che ha evidenziato il ruolo delle «banche multilaterali», la cui riforma dovrà essere al centro del G7 italiano-pugliese del 2024.

Prima di intervenire sull’adattamento climatico, Meloni ha parlato al panel sulla sicurezza alimentare, lanciando la sua agenda conservatrice contro il cibo «da laboratorio». Rivendicano il ruolo dell’Italia sulla sicurezza alimentare ed evidenziando la peculiarità della dieta mediterranea, la premier ha lanciato la sua sfida: «Assicurare alimenti sani per tutti». Il cibo non è «sopravvivenza», l’affondo di Meloni, ma «mezzo per una vita sana». E quindi la ricerca «è essenziale» ma «non per produrre alimenti in laboratorio, magari andando verso un mondo in cui i ricchi possono mangiare alimenti naturali e ai poveri vanno quelli sintetici, con un impatto sulla salute che non possiamo prevedere, non è il mondo che voglio vedere».

In attesa dell’intervento in plenaria, e prima di recarsi al Dubai Opera House venerdì sera per vedere il concerto offerto dall'Italia con i musicisti della Scala di Milano, Meloni ha avuto una fitta rete di bilaterali e brevi colloqui. Il più importante con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Al centro, il conflitto Israele-Hamas. Anche stavolta, come nell’ultimo colloquio telefonico, le versioni tra i due leader divergono in parte. Palazzo Chigi auspica una nuova «pausa umanitaria» e sottolinea il ruolo della Turchia nell'evitare di allargare il conflitto, confermando lo stretto coordinamento con Istanbul anche per gli aiuti. Erdogan, invece, ha pressato Meloni su «misure efficaci per fermare Israele». Insomma Meloni, come tutti i leader europei, è costretta a esercizi di equilibrismo. Perciò si fa notare che a margine dei lavori della Cop 28 la premier ha avuto anche un breve incontro con il presidente dello Stato d'Israele, Isaak Herzog, durante il quale ha espresso «la piena solidarietà a seguito del nuovo grave attentato rivendicato da Hamas».

Di «brevi incontri» l’agenda di Meloni ieri è stata piena. Con l’amico indiano Modi. E con il primo ministro del Libano Najib Miqati (al centro la questione dei contingenti Unifil), con il quale ha concordato un vertice a breve termine. Colloqui ci sono stati anche con Sunak, Macron, il presidente somalo Hassan Sheikh Mohmud, l’emiro del Qatar Al Thani, il presidente indonesiano Widodo, il Segretario di Stato Usa Blinken, il primo ministro lettone Kallas. Più approfondito il faccia a faccia con il leader etiope Abiy Ahmed, che a fine gennaio sarà alla Conferenza Italia-Africa (salvo nuovo rinvio).