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Cina. «Culle piene? Le città non aiutano»

Luca Miele giovedì 22 agosto 2024

Un bimbo a Pechino

Una “società amica delle nascite”, secondo lo slogan, lanciato recentemente, da Pechino? Poco, a dire la verità. L’obiettivo di una rinascita demografica cinese resta un miraggio. Lontano. Poppy Yu ha 21 anni, lavora - sei o sette giorni alla settimana - in una società di produzione cinematografica, vive a Pechino. Ammette, candidamente, alla Reuters: “Non ho né i soldi né l'energia per avere dei figli”.

La più grande Mary Meng, 37 anni, impiegata in un'azienda tecnologica a Shanghai, un figlio ce l’ha. Ma ha deciso di fermarsi qui. "La pressione del lavoro è talmente forte che non hai nemmeno il tempo di stare con mio figlio", ha detto. "Come posso pensare di prendermi cura di due bambini? Non ne ho idea", protesta. Come loro, sono milioni i cinesi fagocitati dal lavoro.

I buoni propositi della leadership del gigante asiatico rischiano di restare così lettera morta. Stritolati da una altra “tendenza”, opposta alla prima, anche questa incentivata da Pechino: la spinta all’urbanizzazione, come estremo rimedio per curare il settore immobiliare colpito dalla crisi e rilanciare la anemica crescita economica. Ma, avvertono i demografi, le due spinte non possono coesistere. Una esclude l’altra. Perché l’urbanizzazione ha effetti “congelanti” sulla crescita della popolazione. Come scrive la Reuters, “nelle città, le persone hanno meno figli a causa degli alti costi degli alloggi, dello spazio limitato, dell'istruzione costosa e perché trascorrono la maggior parte della giornata al lavoro”.

Non solo. L’effetto combinato dell’inquinamento e dello stress, corollari non proprio eludibili della vita urbana, indebolisce la fertilità. In Cina i tassi di infertilità di coppia sono aumentati dal 2% negli anni '80 al 18%: sono più alti della media globale, pari al 15%.
Secondo Yi Fuxian, demografo presso l'Università del Wisconsin-Madison, le autorità stanno malamente spingendo i giovani "verso le grandi città meno favorevoli alle nascite, il che porterà a un continuo declino della fertilità e aggraverà la crisi dell'invecchiamento". Risultato? La rinascita demografica è sempre più a rischio. Un dato su tutti. La Cina “sta rapidamente esaurendo le madri”. Il numero di donne in età riproduttiva, di età tra i 15 e i 49 anni secondo le Nazioni Unite, è destinato a scendere di oltre due terzi a meno di 100 milioni. Insomma della primavera demografica per ora non c’è traccia.