Cuba. Decine di giornalisti arrestati. Isola a rischio di implosione
In migliaia sono scesi in piazza a Cuba per protestare contro il governo al grido di "Vogliamo la libertà"
Continuano le proteste sull'isola di Cuba, le più violente degli ultimi trent'anni, che hanno visto, da domenica, migliaia di persone scendere in piazza per protestare contro l'aumento del prezzo dei cibi, la difficile situazione economica e la mancanza di generi essenziali come le medicine e gli alimentari.
Il bilancio è di decine di scontri, centinaia d'arresti e almeno un agente ferito e l'isola è a rischio di implosione. Nel mirino vi è la dittatura comunista. I raduni pubblici sull'isola sono vietati e le manifestazioni molto rare. A provocare la rivolta è stata la gestione della pandemia da parte del governo cubano e la restrizione delle libertà civili imposta dalla crisi Covid.
Le manifestazioni sono cominciate domenica, giorno in cui Cuba ha registrato un nuovo record giornaliero di contagi da Covid-19,
con oltre 6.900 nuovi casi positivi - per un totale di 238.491 - e 47 decessi in 24 ore, in tutto 1.537 dall'inizio della pandemia. Il deteriorarsi della situazione sanitaria sull'isola ha spinto cittadini e gruppi della società civile a lanciare degli Sos sui social con gli hastag SOSCuba e SOSMatanzas, la provincia maggiormente flagellata. Nel fine settimana un gruppo di oppositori ha chiesto alla comunità internazionale l'invio di aiuti e l'apertura di un corridoio umanitario. Richieste subito respinte dal governo che ha denunciato una "campagna che cerca di proiettare l'immagine di un Paese nel caos totale, che non corrisponde affatto alla situazione attuale".
L'isola caraibica sta lavorando su cinque vaccini e a maggio ha cominciato la campagna di immunizzazione usando due di questi, oltre ad Abdala, anche Soberana 2, prima che ottenessero il via libera dell'agenzia del farmaco locale, autorizzazione arrivata la scorsa settimana a favore dell'uso di emergenza del vaccino anti-Covid, Abdala, il primo sviluppato in America Latina. Il laboratorio BioCubaFarma aveva annunciato che la sua efficacia è di oltre il 92% dopo tre dosi. Finora, 6,8 milioni di cubani su 11,2 hanno ricevuto almeno una dose, mentre 1,6 sono completamente vaccinati.
Le proteste si sono allargate anche grazie a social media come Facebook live anche se le autorità cubane hanno messo più volte fuori uso il servizio internet. Circa due ore e mezza dopo l'inizio della marcia alcuni dimostranti hanno cominciato a staccare sanpietrini e lanciarli contro la polizia: a questo punto gli agenti sono intervenuti effettuando arresti e ponendo fine alla protesta.
Chi sosteneva il governo sventolava la bandiera cubana gridando slogan a favore dell'ex presidente Fidel Castro e della rivoluzione comunista.
Ieri è stata arrestata dagli agenti della polizia politica cubana e verrà processata per reati contro la sicurezza dello Stato anche la corrispondente del giornale spagnolo Abc all'Avana, Camila Acosta. A confermarlo alla testata indipendente "Cubanet", citata dalla stessa Abc, è stato lo scrittore Ángel Santiesteban. La cronista è stata fermata alle 16 ora italiana, mentre usciva di casa da agenti che hanno anche effettuato una perquisizione a casa sua e si sono portati via il suo materiale di lavoro. Acosta è detenuta presso la quarta unità di polizia di Infanta, nel comune di Cerro. Oltre a lei sono stati arrestati circa venti altri giornalisti. Poche ore prima, Acosta aveva seguito, per conto del giornale, la protesta a Cuba e in particolare quella che si è tenuta all'Avana domenica scorsa.
In un discorso alla televisione il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha accusato i protestanti di essere mercenari pagati dagli Stati Uniti e ha lanciato un appello ai cittadini "a difendere la rivoluzione". Díaz-Canel ha accusato gli Stati Uniti di non voler vedere "un sistema che funziona per tutti, dando risultati nel settore della sanità, dell'istruzione e della sicurezza sociale". Il presidente cubano ha anche tenuto una riunione alla quale ha partecipato il generale dell'esercito Raúl Castro Ruz. Secondo il quotidiano ufficiale cubano Granma "Durante l'incontro sono state analizzate provocazioni orchestrate da elementi controrivoluzionari,organizzati e finanziati dagli Stati Uniti con finalità destabilizzanti".
In un comunicato di ieri il presidente presidente americano Biden ha lanciato un appello affinché il regime cubano ascolti il suo popolo e la sua richiesta di libertà e di aiuto, ma non ha revocato le sanzioni introdotte da Donald Trump che hanno privato l'isola di petrolio e colpito la sua industria del turismo con la proibizione, per le navi di crociera, di portare turisti. I cubani "stanno coraggiosamente affermando i diritti fondamentali e universali", ha detto da Washington il presidente, "inclusi quelli di protestare pacificamente e determinare liberamente il proprio futuro" che "devono essere rispettati.
A chiedere, invece, la fine dell'embargo e delle sanzioni imposte a Cuba sono stati, dopo il Messico del presidente Andrés Manuel López Obrador, anche l'Argentina per bocca del suo presidente Alberto Fernández. Riferendosi alle recenti proteste antigovernative nell'isola caraibica, Fernández ha dichiarato, in un' intervista a Radio 10 di "non conoscere esattamente la dimensione del problema a Cuba", aggiungendo tuttavia che "se siamo davvero preoccupati per ciò che sta accadendo, come ha anche detto il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, mettiamo fine alle misure restrittive che stanno facendo danni incalcolabili a
L'Avana e al Venezuela".
Al momento in cui sono scoppiati i disordini, domenica pomeriggio, la Russia ha fatto sapere che non considererà accettabili "interferenze esterne negli affari interni di uno Stato sovrano o azioni distruttive".
Un uomo viene arrestato durante le dimostrazioni contro il governo cubano di Miguel Diaz-Canel - Ansa
Le Nazioni Unite seguono la situazione a Cuba e auspicano che siano "rispettate pienamente la libertà di espressione e di riunione pacifica" dopo le inedite proteste. Rispondendo, nelle ultime ore, alle domande dei giornalisti, Farhan Haq, vice portavoce del segretario generale dell'Onu, ha ribadito la posizione delle Nazioni Unite sulla "necessità" di rispettare questi diritti. "Speriamo questo sia il caso", ha detto, precisando che l'Onu segue la situazione con l'obiettivo di "assicurare" che vengano rispettati "i diritti fondamentali" dei cubani. Sugli attacchi alla stampa il portavoce ha insistito sul fatto che "ovunque nel mondo la stampa deve essere libera di poter svolgere il proprio lavoro senza violenza o minaccia di violenza".
A sostenere il regime cubano è anche il presidente venezuelano Nicolas Maduro, fedele alleato dell'Avana, che ha ribadito "tutto il suo sostegno al presidente Díaz-Canel", al "popolo di Cuba" e al "governo rivoluzionario di Cuba".