Covid-19. Cuba, cade il tabù: la Messa va in tv
Cubani in fila per il cibo, con la mascherina. La pandemia di Covid-19 è arrivata anche sull'isola dei Caraibi
La quarantena si estende anche a Cuba, dove il Covid-19 è entrato in una «fase di trasmissione autoctona limitata», dopo la conferma di contagi non collegati a persone provenienti da paesi colpiti dall’epidemia. I 58 nuovi positivi hanno elevato a 515 il numero complessivo e a 15 i decessi. Il passaggio alla nuova tappa di contenimento è stato deciso durante una riunione di valutazione dell’emergenza, coordinata dal presidente cubano, Miguel Díaz-Canel. L’esecutivo ha disposto la sospensione dei voli e la chiusura di esercizi pubblici, bar, caffetterie e ristoranti, che resteranno aperti solo per servizi “takeaway”, per evitare assembramenti. La limitazione delle attività lavorative non essenziali, dei trasporti e degli eventi pubblici riguarda per ora le province dove è stata rilevata la trasmissione epidemica locale: Consolación del Sur, Pinar del Rio, Florencia, Florida e Gibara. Anche se le autorità fanno continuamente appello alla popolazione all’isolamento.
La necessità di controllo dell’epidemia ha aperto a sorpresa le porte alla Chiesa. Accogliendo la richiesta della Conferenza dei vescovi cattolici, il governo cubano ha autorizzato spazi radiofonici e televisivi per la trasmissione di Messe durante la Settimana Santa. I cubani hanno potuto vedere ieri in tv la Via Crucis presieduta dal papa Francesco da piazza San Pietro. Mentre domani sarà trasmessa a livello nazionale la cerimonia senza fedeli che si celebrerà a Santiago nella basilica della Vergine della Carità del Cobre, patrona di Cuba. Anche dopo Pasqua le Messe saranno ritrasmesse per tutto il tempo della quarantena del Paese. Il Covid-19 non ha inciso sulla guerra fredda incrementata da Trump all’Avana con l’embargo, ancora più pesante in tempi di pandemia. Gli Usa hanno reclamato di rifiutare la collaborazione delle brigate mediche, inviate dall’isola a una dozzina di Paesi, inclusa l’Italia, perché «sfruttate» dal governo cubano. Accuse archiviate all’Avana come «immorali».