Sono cinque i cardini della bozza della Commissione Europea per una "Agenda europea per la migrazione", che sarà pubblicata mercoledì. Trattandosi di una bozza, il testo potrebbe ancora cambiare.
Quote obbligatorie. La Commissione presenterà legislazione in materia a fine 2015, per far fronte ad emergenze di flussi di alcuni Stati. Il criterio per la redistribuzione: ricchezza nazionale, popolazione, tasso di disoccupazione e numero di richiedenti asilo già presenti. Le quote saranno legate alla constatazione della presenza di una situazione d’emergenza in un Paese.
Aprire campi in Niger. Nei centri di protezione per rifugiati in Niger, da gestire insieme all’Alto commissariato per i rifugiati, non saranno presentate le domande d’asilo, ma verrà vagliata la situazione dei migranti. Se non hanno chance all’asilo (ad esempio perché vengono da Paesi "sicuri"), riceveranno aiuti per tornare nel Paese d’origine. La Commissione propone - come chiesto dall’Onu - che l’Ue accolga 20 mila profughi che si trovano al momento fuori dai confini (ad esempio siriani in Turchia, Libano o Giordania).
Lotta ai trafficanti. Frontex (l’Agenzia Ue per le frontiere) ed Europol (l’agenzia europea di collaborazione delle polizie nazionali) dovranno intensificare gli sforzi per identificare e seguire le barche dei trafficanti, e in particolare Europol dovrà anche identificare contenuti Internet con cui i trafficanti attirano i profughi.
Più espulsioni. Rafforzamento delle espulsioni dei non aventi diritto all’asilo. La Commissione raccomanda di rafforzare la cooperazione con i Paesi d’origine. Secondo la Commissione, nel 2013 solo il 39% di questo gruppo è stato effettivamente rimpatriato.
Nuove opportunità di accesso legale. Nuove possibilità a lungo termine per l’immigrazione legale nell’Ue di persone qualificate. Al momento l’Ue ha soltanto l’istituto della Blue Card, il permesso di soggiorno concesso a migranti di paesi terzi con alta qualifica, che però ha validità solo nazionale e non consente ai migranti di spostarsi in altri stati Ue. La Commissione propone di creare un "serbatoio" per di aspiranti migranti (rimasti in patria in attesa) cui potranno attingere imprese e Stati membri. La Commissione definisce però questo progetto «di lungo termine». Il problema è anche che l’immigrazione regolare (non quella di profughi bisognosi di protezione) secondo il diritto Ue è materia strettamente nazionale.