Il premier russo Vladimir Putin ha firmato il decreto in cui riconosce l'indipendenza della Crimea. È esplosa la gioia a Sebastopoli pochi minuti dopo la firma: in serata ovunque risuonano i clacson delle auto che sfrecciano con le bandiere russe.Le autorità di Simferlopoli accelerano il divorzio da Kiev all'indomani del referendum con
lo scontato plebiscito con cui
il 96% ha votato per
l'annessione alla Federazione russa. Intanto, però, arriva l'annunciata ondata di sanzioni targate Usa e Ue contro quanti hanno favorito una consultazione giudicata illegittima.
Simferopoli passa al rublo. Il Parlamento della Crimea stamane si è dichiarato
ufficialmente indipendente dall'Ucraina e ha chiesto
l'annessione della penisola alla Russia. È stato anche deciso
il passaggio al fuso orario di Mosca, la nazionalizzazione di
tutte le proprietà ucraine e l'adozione del rublo come seconda
moneta ufficiale accanto alla grivnia ucraina, che non
circolerà più dal gennaio 2016. Il Parlamento di Sinferopoli
ha inoltre annunciato che le autorità ucraine non hanno più
potere sulla penisola e ha preannunciato che le unità militari
ucraine sul territorio saranno sciolte. Primo atto concreto,
inoltre, la nazionalizzazione delle due aziende energetiche
della penisola: la Chornomornaftohaz e la Ukrtransgaz.
Kiev mobilita i riservisti. Kiev ha reagito immediatamente: il Parlamento ucraino ha
ratificato la mobilitazione di 40mila riservisti dell'esercito decisa dal
presidente ad interim.
Si muove Bruxelles: sanzioni per 21. E a fine mattinata è arrivata anche
la reazione europea: sanzioni (divieto di visto e congelamento
dei beni) a 21 esponenti russi e ucraini, tutte persone che
hanno contribuito all'invasione della Crimea e al referendum.
Il primo nome è quello dell'autoproclamato premier della Crimea Sergei Aksyonov. Fra i tredici russi, tre militari ed il vicepresidente della Duma, Sergei Zheleznyak. Ulteriori misure saranno adottate giovedì e venerdì quando a
Bruxelles si riuniranno i capi di Stato dei Ventotto.
Arrivano le sanzioni Usa. Dopo l'Ue anche gli Stati Uniti colpiscono con sanzioni 11 tra funzionari russi e ucraini coinvolti nell'intervento armato in Crimea e nel successivo referendum di annessione a Mosca. Tra questi spiccano i nomi del vicepremier russo Dmitry Rogozin (la più alta carica di Mosca finora colpita) e di due stretti consiglieri di Putin, Vladislov Surkov e Sergei Glazyev. Seguono poi l'ex presidente ucraino Viktor Yanukovic e l'attuale 'premier' della Crimea Serghey Aksyonov. La Casa Bianca ha specificato che le misure adottate da Barack Obama riguardano il divieto di concessione di visti e il congelamento dei beni. Con le sanzioni ai vertici russi, gli Stati Uniti puntano a colpire l'economia di Mosca. In particolare si aspettano un vantaggio del 3% nel cambio tra il dollaro e il rublo.
Gorbaciov si schiera con Mosca. Mikhail Gorbaciov punta il dito contro Barack Obama e la "sindrome" da "trionfalismo" americana schierandosi questa volta senza remore con Vladimir Putin. "Per decretare sanzioni devono esserci motivi molto seri ed esse devono essere sostenute dall'Onu", ha dettato alle agenzie russe l'artefice della perestroika. L'esito del referendum, prosegue il Nobel per la Pace, "riflette le aspirazioni degli abitanti della Crimea". E "se la Crimea fu unita all'Ucraina secondo le leggi sovietiche, per essere più precisi le leggi del partito comunista, senza chiedere l'opinione del popolo, ora questo popolo ha deciso di correggere l'errore" storico, ha sostenuto Gorbaciov alludendo al fatto che nel 1954 l'allora numero 1 sovietico Nikita Krusciov regalò la Crimea all'Ucraina.
La Duma pronta ad autorizzare l'annessione. Domani sarà la volta di Mosca. Una delegazione della
Crimea è già partita. Anche il presidente Vladimir Putin ha
preannunciato che domani parlerà ai deputati. Il premier della
Crimea, Serghei Aksyonov, ha annunciato di aver già ricevuto
dalla Russia primi aiuti (significativamente versati in euro e
non dollari, 295 milioni). La Duma ha già fatto sapere che
autorizzerà subito la Crimea ad unirsi alla Russia.
La proposta di Mosca: un "gruppo di sostegno". Mosca intanto ha proposto agli Stati Uniti e all'Unione
Europea di creare "un gruppo di appoggio" multilaterale per
risolvere la crisi: un gruppo che dovrà rispettare "gli
interessi del popolo multietnico dell'Ucraina" e appoggiare "le
legittime aspirazioni di tutti gli ucraini a vivere in
sicurezza". Secondo il ministero degli Esteri russo, questo
gruppo di sostegno internazionale dovrebbe spingere perché
l'Ucraina riconosca il referendum e sollecitare il governo
di Kiev ad attuare parti dell'accordo di pace del 21 febbraio;
dovrebbe inoltre spingere l'Ucraina a concedere un'ampia
autonomia alle regioni orientali.