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Crisi ucraina. Un conflitto lungo secoli per lo sbocco sul Mar Nero

lunedì 3 marzo 2014
Fin dall’antichità la penisola di Crimea con il suo strategico affaccio sul Mar Nero è stata al centro degli “appetiti” di popoli e imperi, dai romani agli unni, dai veneziani e genovesi, fino alla Russia zarista e alla Germania nazista. Nel 1784 il Khanato di Crimea viene ufficialmente annesso all’impero russo, dopo essere uscito dieci anni prima dall’orbita ottomana in seguito alla guerra russo-turca. Tra il 1853 e il 1856 la Guerra di Crimea: l’impero ottomano, sostenuto da Gran Bretagna e Francia e con l’appoggio di un corpo di spedizione piemontese, dichiara guerra all’impero russo. Nel 1855, l’abbandono di Sebastopoli, cinta d’assedio dalle truppe dell’alleanza, apre la strada alla sconfitta dell’impero degli zar. Al Congresso di pace di Parigi, Cavour, forte della partecipazione piemontese, solleva la questione dell’unità e dell’indipendenza italiana. È invece del 1941-1942, la Battaglia di Crimea: truppe naziste e sovietiche si scontrano per il controllo della penisola e dello stretto di Kerc, via di accesso al Caucaso. Nel 1954, la provincia di Crimea entra formalmente a far parte della Repubblica sovietica ucraina per decisione del leader sovietico Nikita Krusciov. Un legame "storico" profondo e le mire sulle risorse dell'EstPer la Russia l’Ucraina è una parte inalienabile della sua eredità storico-culturale. In passato i russi chiamavano l’Ucraina «Malorossija», cioè «Piccola Russia». Basandosi sulle teorie “eurasiste”", il presidente russo Vladimir Putin mira alla costituzione di un’’Unione euro-asiatica che dovrebbe ristabilire una parte dei legami fra la Russia e le Repubbliche dell’ex Urss. Una prefigurazione di questa unione è data dall’Unione doganale fra Russia, Bielorussia e Kazakhstan alla quale Putin vorrebbe associare anche l’Ucraina in alternativa alla sua associazione all’Unione Europea. Il timore del Cremlino è che proprio l’Ucraina metta a disposizione dei Paesi che ne fanno parte le risorse dell’Ucraina Occidentale (prevalentemente di lingua russa) che è la parte economicamente più sviluppata del Paese. La sola regione di Donetsk, centro dell’estrazione del carbone, assicura il 20% della produzione industriale dell’Ucraina pur avendo una popolazione pari al 10%. L’Est ucraino è più urbanizzato e la sua economia è perfettamente integrata con quella delle zone limitrofe della Russia, e inoltre per la sua struttura è orientato verso l’esportazione. Nel sud-est dell’Ucraina si trovano i maggiori stabilimenti dell’industria militare, dell’energetica, della siderurgia, dell’industria aeronautica e spaziale.