Il quesito referendario di domenica per stabilire se la Crimea si staccherà dall’Ucraina e aderirà alla Federazione russa sarà scritto in russo. Il che la dice lunga sia sull’esito sia sulla limpidezza della consultazione. Ma così vuole Vladimir Putin, grande protettore dell’irredentismo della penisola e futuro zar del lembo di terra strategicamente decisivo per la presenza russa nel Mar Nero. Non basta: «L’Ucraina – fa sapere da Berlino l’amministratore delegato di Gazprom, Alexiei Miller – sta attraversando una crisi molto seria, ma deve pagare i suoi debiti per il gas che ha acquistato». Per finire, Mosca ha inviato sei caccia Sukhoi 27 e tre aerei militari da trasporto in Bielorussia, nell’aerodromo di Bobruisk, a sud-est di Minsk, a circa 200 chilometri dal confine ucraino. I velivoli russi prenderanno parte alla seconda fase delle esercitazioni delle forze armate bielorusse per verificare la prontezza del sistema comune di difesa antiaerea russobielorusso. Peraltro, fonti occidentali stimano in almeno 20mila i soldati russi fatti affluire in Crimea negli ultimi giorni: pochi per un’operazione su vasta scala in Ucraina, sufficienti a garantire la secessione della Repubblica autonoma.C’è però un piccolo zuccherino che l’accorto Putin elargisce al blocco occidentale (sì, “il blocco”, chiamiamolo così, oramai, visti i refoli di guerra fredda): probabilmente gli osservatori dell’Osce – meravigliati perché finora non c’è stato spargimento di sangue – potranno in qualche modo vigilare sul referendum. La Russia ha anche accettato la richiesta dell’Osce di sorvolo sul proprio territorio di un aereo a sensori, al confine con l’Ucraina, per monitorare la presenza militare russa nella zona. Un referendum però, che grazie alla martellante propaganda di Mosca, per i russofoni di Crimea si sta trasformando in una scelta di campo fra la bandiera tricolore della Federazione russa e quella nazista, visto che i media della penisola raffigurano l’Ucraina come il regno di Stepan Bandera, il nazionalista fondatore dell’U-I pa (l’esercito insurrezionale ucraino) compromesso con il nazismo e fatto uccidere da Mosca all’indomani della Seconda guerra mondiale. «Ma attenzione – dice Ivan Yakovlev, politologo dell’Università di Kiev – i russi di Crimea non superano il 59 per cento. Una maggioranza, certo, ma un quarto degli abitanti è ucraino e il 12 per cento appartiene all’etnia tatara di religione musulmana». L’ombra di un potenziale conflitto etnico di tipo ceceno, insomma, non è poi così remota. Come secondo molti non è affatto remota l’ipotesi di un’invasione russa dell’Ucraina orientale. Secondo il presidente Oleksander Turchynov, «quando le forze russe hanno preso il controllo della Crimea la scorsa settimana, altre unità si sono concentrate lungo il confine orientale, pronte per un’invasione». E ieri a Donetsk una persona è morta negli scontri tra filorussi e pro-Kiev. Non per caso il Parlamento ucraino ha approvato ieri all’unanimità l’istituzione di una Guardia nazionale che potrà contare sino a 60mila uomini e sarà alle dipendenze del ministero dell’Interno. In gran parte la milizia sarà costituita da volontari provenienti dai «gruppi di autodifesa» formatisi durante la protesta del Maidan.Dire che la tensione stia calando sarebbe dunque una menzogna. Un certo nervosismo si respira anche in Crimea. Sempre meno tolleranti con i giornalisti, i militi russi (senza mostrine) si incattiviscono con gli inviati delle televisioni (un francese di CanalPlus è stato arrestato): a Putin (come peraltro, guarda caso, a Erdogan) il vizietto di raccontare le cose come stanno non è mai piaciuto, e i giornalisti russi lo sanno. Giusto due giorni fa il direttore di una testata moscovita è stato rimosso perché troppo indulgente con il dissenso. Anche un aereo da ricognizione ucraino, lungo il confine della Crimea, sarebbe stato accolto da raffiche da parte dei russi. Piccoli inequivocabili segnali. Tutto sembra appeso a un filo, male sue estremità sono nelle mani del presidente russo. Che, come dice Angela Merkel, sembra muoversi fuori dalla realtà. Ed è questa la cosa più pericolosa per tutti.