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Tensioni. Il conflitto sociale nella protesta in India per i test di medicina truccati

Stefano Vecchia venerdì 5 luglio 2024

La protesta contro i test di ammissione universitaria

La corsa a un posto di lavoro qualificato, a un buon livello di reddito e a una migliore condizione sociale che è tipica dei giovani ovunque nel mondo, nell’antica e immensa India si confronta anche con il bisogno di liberarsi da costrizioni sociali millenarie o dall’emarginazione religiosa.

Questo spiega l’intensità dell’impegno a arrivare e poi superare tappe importanti nel percorso di studio o professionale e spiega anche la maggiore frustrazione quando questo viene negato da incompetenza e avidità che garantiscono i punteggi migliori a chi dispone del denaro necessario.

In questo contesto si situano le proteste successive al test di ammissione per gli aspiranti medici che si è tenuto a maggio ma i cui risultati sono stati comunicati il 4 giugno dall’agenzia controllata dal ministero dell’Istruzione responsabile per le prove d’esame a livello nazionale. Agenzia incaricata anche del Neet, National Eligibility cum Entrance Test (Idoneità nazionale con test di ammissione) che ha visto quest’anno la partecipazione di quasi due milioni e mezzo di candidati per accedere a 100mila posti disponibili nelle scuole di medicina e nei programmi di ricerca medica.

Ad attivare una reazione è stato il livello di corruzione e di irregolarità che hanno accompagnato la prova. L’ondata di arresti delle ultime settimane in diverse aree del Paese ha portato allo scoperto un “testificio” che nell’occasione ha fruttato indebitamente l’equivalente di milioni di dollari.

A fronte di massicce proteste di piazza che hanno sfidato le temperature torride, alle denunce portate fino ai massimi gradi della Giustizia locale e nazionale e alle campagne mediatiche che chiedono di fare chiarezza non solo su quanto successo ma anche sulle prospettive degli studenti che hanno partecipato, il premier Narendra Modi ha preso la decisione di cancellare il risultato del test sostenuto il 18 giugno da un milione di candidati alle borse di studio pubbliche dato che i risultati sarebbero trapelati in anticipo nel dark web e su canali Telegram. A confermarlo è stato lo stesso ministro dell’Istruzione, Darmendra Pradhan, che ha assicurato l’istituzione di un comitato per le riforme del sistema di valutazione attuale.

Tuttavia è proprio quest’ultimo che è sotto attacco da più parti, perché esposto a abusi e corruzione; una prova elefantiaca che non soltanto sollecita l’avidità di funzionari, docenti e ispettori coinvolti, ma spinge i candidati e le loro famiglie a assicurarsi in ogni modo l’accesso a più elevati livello di preparazione o di impiego.

L’esito del Neet 2024, forse favorito dalla distrazione dell’opinione pubblica dovuta alla concomitanza con la conclusione della tornata elettorale per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, è stato a volte paradossale. Ad esempio, se lo scorso anno erano stati in due i candidati a raggiungere il punteggio massimo quest’anno sono stati 67, ma anche il numero di chi ha superato i 550 punti necessari a passare il test è stato record.

Le autorità hanno giustificato queste e molte altre incongruenze con un numero di iscritti superiore di almeno 300mila a quelli del 2023, ma la situazione ha messo in forte imbarazzo l’esecutivo nazionalista guidato da Modi, uscito vincitore dal voto primaverile con un forte arretramento nei consensi. In Gujarat, Stato che Modi ha guidato per molti anni prima di accedere alla politica nazionale, la polizia ha individuato sedi d’esame che operavano in modo irregolare, in un caso addirittura accogliendo l’iscrizione di studenti di altre aree del Paese e valutandoli positivamente in cambio di somme equivalenti da 12mila a 50mila dollari.
Uno dei punti che i critici del sistema attuale più sottolineano è la fioritura di centri specializzati nella preparazione dei candidati, in particolare per i test di medicina e ingegneria. Un business che concentra in spazi soffocanti per una preparazione spesso approssimativa migliaia di studenti sostenuti dalla volontà propria e delle famiglie ma spesso accolti (o discriminati) per le loro possibilità finanziarie. L’intero sistema pone sui candidati una pressione insostenibile, come evidenziano i numerosi casi di suicidio (10 quest’anno nella sola città di Kota, nel Rajasthan, nota per i centri di preparazione) ma alimentano un “mercato” dei posti migliori nelle graduatorie finali.

L’opposizione guidata dal Partito del Congresso è all’attacco e ha chiesto le dimissioni del ministro Pradhan, ma sia questa eventualità, sia un ritocco solo cosmetico del sistema di valutazione non toccherà il nocciolo del problema evidenziato a Al Jazeera dal preside di una scuola di medicina governativa che ha chiesto l’anonimato: “Abbiamo trasformato il sistema educativo in una pentola a pressione che da qualche tempo rischia di esplodere… Il sistema ‘una nazione, un esame’ non può funzionare in una Paese come l’India”.

La situazione resta incerta per l’elevato numero di denunce e di ricorsi ma anche per le attese di chi ha superato la prova con un punteggio adeguato, mentre la Corte suprema, pur accogliendo molte delle richieste di intervento in merito, non ha chiesto la sospensione degli incarichi per i vincitori in attesa di un nuovo pronunciamento l’8 luglio.