Diario dalla Terra Santa. Una Via Crucis per pregare per la pace
Marina Corradigiovedì 20 novembre 2014
Una Via Crucis attorno al Santo Sepolcro per pregare per la pace. Questa mattina 200 pellegrini delle diocesi di Roma e di Grosseto, guidati dall' Opera Romana Pellegrinaggi, hanno voluto compiere questo gesto di fede, in una Gerusalemme ancora sgomenta dopo la strage alla Sinagoga di Har Nof. La città è alla apparenza calma, benché dal cielo gli elicotteri dell'esercito passino e ripassino sorvegliando la situazione. I pellegrini italiani hanno dapprima pregato alla chiesa di Santa Caterina a Betlemme, poi si sono trovati alla chiesa della Flagellazione a Gerusalemme e di lì è partita la Via Crucis, che si è snodata attraverso la Via Dolorosa fino al Santo Sepolcro. Nei vicoli della Città Vecchia semi vuoti in questi giorni di tensione la preghiera è risuonata come una voce di speranza. Il gesto iniziale doveva essere una marcia per la pace da Betlemme a Gerusalemme, ma si è poi optato per la Via Crucis che, ha detto monsignor Leuzi, vescovo ausiliare di Roma, " è stata una scelta ancora più toccante, in questo momento doloroso". Padre Ibrahim Faltas della Custodia di Terra Santa ha commentato così questo momento in Terrasanta: " Ci aspettiamo che la comunità internazionale intervenga nella trattativa per la pace, perché ė chiaro che israeliani e palestinesi in questo momento non sono in grado di fare passi avanti in questo senso. Dopo la visita al Santo Sepolcro il nunzio Giuseppe Lazzarotto ha ringraziato i pellegrini della loro visita, e il vescovo ausiliare di Betlemme Shomali ha invitato i cristiani a continuare a pregare per la pace, che è come un albero di ulivo: ha bisogno di alcuni anni per dare frutto, ma alla fine lo darà.