Nucleare. Coree, la svolta di Kim: arriva il «sì» agli ispettori
Kim Jong-un con il presidente sudcoreano Moon Jae-in a Pyongyang (Ansa)
Che il vento sia davvero cambiato? Nel nuovo giro di valzer a Pyongyang - il terzo incontro tra il leader del Nord, Kim Jong-un e il presidente sudcoreano, Moon Jae-in con tanto di dichiarazione congiunta – il regime nordcoreano ha calato nuovi assi, nel tentativo di rianimare un negoziato in stallo, dopo la cancellazione, il mese scorso, della missione del segretario di Stato Usa Mike Pompeo. Quali sono dunque gli impegni assunti dal giovane leader, alla presenza del “saggio Moon”, per trasformare la Penisola coreana in una "terra di pace senza armi e minacce nucleari"?
Primo: Kim ha promesso la chiusura "permanente" della sito della base missilistica di Dongchang-ri. E di farlo alla presenza di ispettori internazionali. Secondo: “spegnere” il complesso di Yongbyon, il principale centro di ricerca nucleare nordcoreano, con il reattore, il sito per il trattamento del combustibile nucleare, e per l'arricchimento dell'uranio ma solo se gli Stati Uniti intraprendano “azioni reciproche” (non meglio specificate). L’altra direzione lungo la quale sembra muoversi Kim: stringere la Corea del Sud in un abbraccio sempre più stretto. Moon che la settimana prossima incontrerà il presidente americano Donald Trump a margine dei lavori dell’Assemblea generale dell’Onu – è ormai una sponda sempre più preziosa al regime. Il leader nordcoreano ha espresso – non a caso - l’intenzione di visitare Seul entro la fine dell’anno.
Continua anche la diplomazia dello sport. Le due Coree hanno poi deciso di presentare una candidatura comune per ospitare le Olimpiadi del 2032, progetto ambizioso e nuovo segnale dopo le Olimpiadi invernali di Pyeongchang. Non solo: “Il Sud e il Nord hanno convenuto di partecipare congiuntamente e attivamente alle competizioni internazionali, compresi i Giochi olimpici estivi del 2020”, si legge nel testo rilasciato.
Giubila il presidente americano, Donald Trump. Che affida a un tweet la sua reazione: "Kim Jong-un ha acconsentito a permettere ispezioni nucleari, oggetto di negoziati finali, e smantellare in maniera permanente un sito di test e lancio alla presenza di esperti internazionali. Nel frattempo, non ci saranno razzi o test nucleari". Tutto bene dunque? Qualche dubbio c’è. Ad avanzarlo sono gli analisti internazionali. Seo Yu-suk, ricercatore presso l’Institute of North Korean Studies di Seoul, ha espresso alla Reuters le sue perplessità: “Le strutture di Dongchang-ri e Yongbyon sono quasi obsolete e il Nord ha lanciamissili mobili che sono più facili da usare e più difficili da rilevare, mentre ci sono probabilmente anche dei siti segreti altrove”.