È stata chiesta la pena di morte per
Lee Joon Seok, il capitano del traghetto sudcoreano affondato lo
scorso aprile sotto processo a a Seul per la morte di 300 passeggeri a
bordo, la maggioranza dei quali studenti di un liceo in gita
scolastica."Il capitano, come responsabile a bordo del traghetto
Sewol, non avrebbe dovuto abbandonare la nave prima che ogni
passeggero fosse stato messo in salvo" ha detto il pubblico ministero
nella sua arringa finale nel processo iniziato lo scorso giugno.
"Ha cercato di coprire il suo comportamento e ha mentito, per questo
noi chiediamo la pena di morte" ha concluso.Prevista dal codice
penale, la pena di morte non viene applicata in Corea del Sud dal
1997. I procuratori hanno chiesto poi l'ergastolo per altri tre
ufficiali di bordo, sempre accusati di aver abbandonato la nave, e
condanne tra i 15 ed i 30 anni per gli altri 11 membri
dell'equipaggio. La sentenza della corte è attesa per il prossimo
mese.
Solo 174 persone riuscirono a mettersi in salvo nel naufragio del 16
aprile scorso, e durante il processo - che ha attirato enorme
attenzione nel paese che ha vissuto la vicenda come una tragedia
nazionale - hanno testimoniato che i membri dell'equipaggio, che sono
stati tra i primi a salire sulle scialuppe di salvataggio insieme al
capitano Lee, continuavano a dire a tutti di rimanere ai loro posti
anche quando la nave aveva cominciato ad affondare.