L'escalation di provocazioni della Corea del Nord, con il «via libera definitivo» per un attacco nucleare contro gli Stati Uniti, inizia a preoccupare Washington. «Basta minacce e provocazioni», ha ammonito la Casa Bianca nella notte. Poche ore prima il Pentagono aveva annunciato un rafforzeramento delle difese missilistiche nella base di Guam, nel Pacifico, con le batterie
Thaad, un sistema di missili intercettori, gli unici al momento in grado di distruggere missili a corto e medio raggio tanto dentro che fuori l'atmosfera.Sebbene gli esperti ritengano che la Corea del Nord non abbia la tecnologia necessaria per armare con testate nucleari ai suoi missili, la comunità internazionale è in allerta per questo crescendo di minacce. La Russia ha avvertito che ilmancato rispetto delle risoluzioni Onu è «inaccettabile», il premier britannico, David Cameron, ha osservato che «la continua e crescente minaccia» di Pyongyang giustifica il mantenimento del sistema
Trident di sottomarini nucleari. Intanto, la Corea del Nord ha spostato sulla sua costa orientale quello che allo spionaggio occidentale sembra essere un missile a gittata intermedia Musudan. Davanti a una commissione parlamentare, il ministro della Difesa sudcoreano, Kim Kwan-jin, ha escluso che si tratti di un missile a lungoraggio. Il Musudan fu presentato per la prima volta in una parata militare nell'ottobre 2010 e si ritiene che abbia la capacità di coprire una distanza di circa 3mila chilometri. Per colpire dunque un bersaglio in Corea del Sud o in Giappone, ma non le basi militari americane a Guam.Citando fonti d'intelligence, l'agenzia Yonhap ha aggiunto che Pyongyang potrebbe dare una prova di forza il 15 aprile, anniversario della nascita del leader della dinastia, Kim Il Sung. Intanto, mentre dalle immagini via satellite sembra essere ripresa l'attività nel reattore nucleare di Yongbyon, il regime ha bloccato per il secondo giorno consecutivo ai lavoratori sudcoreani l'accesso al complesso industriale di Kaesong, ultimo simbolo della collaborazione intercoreana, ha minacciato di chiudere definitivamente l'area e ha chiesto unpreavviso su quando i lavoratori sudcoreani prevedono di abbandonare la zona.Anche il segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon, si è detto molto preoccupato per la situazione e ha lanciato un appello per la libera circolazione a Kaesong. Ma dal regime, nessun risposta.