La premier danese Helle
Thorning-Shmidt ha detto che niente indica che il giovane che
domenica ha attaccato a Copenaghen un dibattito sulla libertà di
espressione e una sinagoga facesse parte di una cellula più
ampia. La scelta degli obiettivi lascia tuttavia pensare che si
sia trattato di un atto di terrorismo, ha aggiunto.La polizia danese ha confermato l'arresto di due persone in relazione al doppio attentato.Danese di origini arabe, 22 anni con precedenti penali e già noto all'intelligence. È l'identikit del killer di Copenaghen, che potrebbe essersi ispirato tragicamente alle stragi di Parigi e alla propaganda anti- occidentale dell'Is, senza avere però un passato da "foreign fighter".
Il giorno dopo il doppio attentato a un convegno sulla
libertà espressione e a una sinagoga nella capitale danese, che
ha provocato due morti tra i civili e cinque agenti feriti,
l'attenzione degli inquirenti si concentra sulle modalità e il
movente del killer, identificato come Omar Abdel Hamid
El-Hussein.
"La minaccia terroristica è seria", ha sottolineato il
direttore dell'intelligence Jens Madsen, spiegando che il
giovane killer potrebbe essere legato al radicalismo islamico e
che "possa essersi ispirato dagli eventi di Parigi e dal
materiale diffuso dall'Isis". Rispetto agli attentatori di
Parigi, però, non ci sono elementi per pensare che si sia recato
in Iraq o Siria per addestrarsi e combattere al fianco dei
jihadisti dell'autoproclamato Stato Islamico.
Nel frattempo, la polizia ha avviato diverse operazioni per
verificare se abbia agito da solo, anche se i media locali hanno riferito di due
arresti in un internet café di Norrebro, il quartiere dove il
giovane è stato ucciso dalla polizia, che lo aveva rintracciato
dopo una corsa in taxi.
E si delineano meglio anche i contorni della vicenda. Il
giovane, di corporatura atletica, abiti scuri e una sciarpa che
gli copriva il volto, ha fatto irruzione in un edificio dove si
ricordava la strage del settimanale satirico francese Charlie
Hebdo, probabilmente per uccidere il vignettista svedese Lars
Vilks, in passato minacciato di morte per avere pubblicato una
vignetta su Maometto. Le persone all'interno hanno riferito di
aver sentito le sue urla in arabo seguite da una raffica di arma
automatica. La strage è stata evitata perché la polizia
proteggeva il convegno, che si teneva in un'altra sala. Ma tre
agenti sono rimasti feriti e un civile, un regista 55enne, è
rimasto ucciso, prima che il killer riuscisse a dileguarsi,
prima in macchina, e poi in taxi, e colpire poche ore dopo la
sinagoga, dove ha ucciso un custode ebreo 37enne e ferito altri
due poliziotti.
Il giorno dopo l'attentato, intanto, la fin qui tranquilla
Copenaghen piange le sue vittime e scopre di avere paura del
terrorismo, come Parigi, Londra, Madrid, che hanno pagato il
prezzo più alto in termini di vittime negli ultimi anni.
"Abbiamo vissuto ore che non dimenticheremo mai", ha detto il
primo ministro Helle Thorning-Schmidt, sottolineando che "ci
sono forze che vogliono male alla Danimarca e vogliono
condannare la nostra libertà di parola". E a Copenaghen, in
segno di solidarietà, è arrivato il ministro dell'Interno
francese Bernard Cazeneuve. E il presidente Francois Hollande -
in visita all'ambasciata danese - ha parlato di "collegamento"
tra Copenaghen e Parigi per "colpire quello che siamo, quello
che rappresentiamo, i valori della libertà, del diritto, della
protezione di chiunque a prescindere dalla sua religione".
Da Israele il premier Benyamin Netanyahu ha lanciato un nuovo
allarme antisemitismo, avvertendo che in "Europa si viene ancora
uccisi soltanto perché ebrei", e rivolgendosi agli ebrei di
Europa li ha inviati a "tornare a casa", come aveva già fatto
all'indomani della strage a Charlie . Alla sinagoga, oggi,
centinaia di persone hanno deposto fiori per le vittime e anche
palloni di basket, in ricordo della guardia uccisa che aveva una
grande passione per questo sport. I sentimenti delle persone
convenute erano un misto di tristezza e rabbia per doversi
sentire costretti ad essere protetti, semplicemente per
praticare la propria religione. Un clima reso ancora più pesante
dalla notizia sulla profanazione di diverse centinaia di tombe
nel cimitero ebraico di Sarre-Union, nel Basso Reno, in Francia.