Etiopia. Rientrato in Italia dopo il rilascio il cooperante Alberto Livoni: «Sto bene»
Alberto Livoni, cooperante italiano di 65 anni trattenuto in stato di fermo in Etiopia nei giorni scorsi giorni è stato rilasciato ed è in buone condizioni. A darne notizia è stata la stessa organizzazione di Volontariato internazionale per lo sviluppo (VIS) per cui lo stesso Livoni lavorava.
È tornato in Italia Alberto Livoni, il coordinatore per l'Etiopia della Ong Volontariato internazionale per lo sviluppo (VIS), dopo che domenica notte era arrivata la notizia del suo rilascio. "Sono contento di essere tornato in Italia", sono state le prime parole di Livoni. "Ora sto bene, nonostante siano stati giorni complicati e di forte preoccupazione, ma grazie al costante contatto con l'Ambasciata Italiana sono rimasto fiducioso. Il mio pensiero ora va ai miei colleghi etiopi ancora trattenuti", ha concluso il cooperante riferendosi ai due operatori locali ancora in stato di fermo e per i quali "resta alta l'apprensione", aggiunge la nota del VIS.
Livoni, cooperante italiano di 65 anni trattenuto in stato di fermo in Etiopia nei giorni scorsi giorni era stato rilasciato nella serata di sabato. A darne notizia era stata la stessa organizzazione di Volontariato internazionale per lo sviluppo (VIS) per cui lo stesso Livoni lavorava.
Resta apprensione per i due operatori VIS locali ancora trattenuti in stato di fermo,"continuiamo a seguire la loro situazione auspicando anche per loro l'immediato rilascio" si legge ancora nella nota pubblicata dal VIS.
Venerdì, in via eccezionale come ogni giorno dal momento del suo fermo, c'era stata una visita di diplomatici italiani all'operatore umanitario emiliano detenuto da sabato scorso in un commissariato di Addis Abeba in attesa di conferma sulla liceità di un suo versamento di denaro destinato a profughi.
Il fermo di Livoni era stato compiuto da forze di sicurezza nella sua abitazione ad Addis Abeba dopo un'irruzione e assieme a lui sono stati fermati due operatori dello staff locale del VIS, una Ong che affianca i salesiani in progetti di scolarizzazione e formazione professionale di giovani e che è molto attiva nel nord del Tigrai.
Sempre nelle ultime ore ad Addis Abeba altri sette salesiani, tra cui più una collaboratrice donna, sono stati rilasciati dalla polizia nella giornata di sabato 13 novembre, e questa mattina sono comparsi davanti a un tribunale e, secondo fonti locali di Fides, dovrebbero essere rimessi in libertà su cauzione. Mentre altre 14 persone sono tuttora trattenute in custodia dalla polizia etiope, tra religiosi salesiani, coadiutori, laici, impiegati.
Nei giorni scorsi, tra i numerosi fermati dagli agenti, anche l'80enne coadiutore salesiano italiano Cesare Bullo (un laico consacrato, che vive nella comunità religiosa insieme ai religiosi, ndr) è stato fermato e poi rilasciato.
“Siamo felici di apprendere della liberazione di alcuni nostri fratelli missionari" – commenta all'agenzia Fides il vescovo di Hosanna, Seyoum Fransua, direttore delle Pontificie Opere Missionarie in Etiopia. "Questa notizia è una prima gioia per tutti noi”, afferma, auspicando un rapido rilascio per tutti coloro che sono ancora in custodia delle autorità.