Onu. Conte: «Dobbiamo inserire nella nostra Costituzione la tutela dell'ambiente»
"Dobbiamo inserire nella nostra Costituzione la tutela dell'ambiente, della biodiversità, dello sviluppo sostenibile. Serve un cambio radicale". Giuseppe Conte conclude la sua partecipazione all'assemblea dell'Onu rimarcando come l'Italia sia interessata nella battaglia contro i cambiamenti climatici. Anche perché "è di queste ore la notizia che un ghiacciaio sul versante del Monte Bianco rischia di collassare. È un allarme che non può lasciarci indifferente. Deve scuoterci tutti e mobilitarci", dice il premier parlando davanti ai capi di Stato e di governo presenti a New York.
Il Climate Summit è l'occasione per rilanciare la leadership dell'Italia in Europa per l'uso delle energie rinnovabili e ribadire che il nostro Paese "sarà protagonista per un New Green Deal, è una delle priorità del governo. L'Italia è in prima linea nel contrasto ai cambiamenti climatici". È stato un vertice dominato dalla presenza di Greta Thunberg e dai suoi richiami nel pretendere dai leader mondiali una svolta. Per Conte "i giovani sono uno stimolo e un contributo critico che va raccolto. Mi sono premurato insieme al ministro Costa di coinvolgerli - ha spiegato - in attività presso il ministero dell'Ambiente, perché il contributo dei giovani è benvenuto".
Il presidente del Consiglio, parlando con i giornalisti, ha sottolineato che l'importante è agire nel solco del multilateralismo perché nessuna "deriva nazionalistica" può "tutelare l'interesse nazionale". Ma il multilateralismo per essere efficace deve muoversi nel "rispetto della persona".
Da qui, per esempio, l'invito alle agenzie delle Nazioni Unite ad intervenire per cercare di migliorare la vita di chi soffre nei centri di detenzione libici. L'Italia è molto interessata al dossier libico. Per questo motivo il premier ha incontrato il presidente libico Fayez al-Sarraj, il presidente egiziano Al Sisi e il presidente turco Erdogan. Conte ha cercato anche la sponda americana per sbloccare la situazione libica e far sì che si arrivi ad un cessate il fuoco.
"Bisogna rilanciare - ha spiegato il presidente del Consiglio nel suo intervento all'assemblea dell'Onu - l'azione verso una Libia pacificata". Ed ancora: "Raggiungere un cessate un fuoco credibile è un primo passo urgente. Tutti gli Stati membri delle Nazioni Uniti devono rispettare l'embargo delle armi, prevenendo un'escalation dei conflitti in Libia". Giovedì il ministro degli Esteri Luigi Di Maio presenzierà, insieme al suo omologo francese, al vertice in programma a New York proprio sulla Libia. Parteciperanno il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, i cinque Grandi del Consiglio di sicurezza Onu, Germania Egitto e Turchia, Lega Araba, Unione Africana, Emirati e Commissione europea.
Infine il premier ha fatto un passaggio del suo discorso anche sul tema dei migranti: per fronteggiare il problema dell'immigrazione "servono azioni immediate. Non possiamo transigere nell'assicurare un sistema di rimpatri rigorosi ed efficaci". Ed ancora: Nel rispetto delle sovranità nazionali" serve "una condivisione degli oneri e delle responsabilità" per fronteggiare il problema dell'immigrazione. Si va concretizzando in questi giorni l'obiettivo di un meccanismo di redistribuzione dei migranti. Siamo vicini ad una svolta. Dal passaggio da una gestione emergenziale ad una gestione strutturale. L'Italia non si e' mai tirata indietro, oggi l'Italia non è più sola, l'Europa ha l'occasione di fare la sua parte".