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Congo. Presidenziali all'oppositore Tshisekedi. Ma è già caos

Paolo M. Alfieri giovedì 10 gennaio 2019

Sostenitori di Felix Tshisekedi celbrano la vittoria (Ansa)

È già caos nella Repubblica democratica del Congo dopo che, la scorsa notte, la Commissione elettorale ha diffuso i dati delle elezioni presidenziali dello scorso 30 dicembre. A essere nominato vincitore è stato uno dei due principali candidati dell’opposizione, Felix Tshisekedi. A sorpresa, dicono oggi in molti, ma a ben vedere Tshisekedi era in testa nei (pochi) sondaggi già dallo scorso ottobre. Il leader della storica Unione per la democrazia e il progresso sociale (Udps) ha raccolto il 38,57% dei voti, mentre secondo è arrivato un altro oppositore, l’uomo d’affari del petrolio Martin Fayulu, con quasi il 35% dei voti. Solo terzo il “delfino” del presidente Joseph Kabila, l’ex ministro dell’Interno Emmanuel Ramazani Shadary, con il 24 %.

Se Shadary ha riconosciuto come legittimo il risultato, è da Fayulu che arrivano bordate. "Questo risultato non ha niente a che vedere con la verità nelle urne", ha detto Fayulu parlando di numeri "assurdi" e denunciando frodi da parte della commissione elettorale. "Il popolo del Congo è stato defraudato delle proprie elezioni - ha affermato ancora - e non accetterà mai una frode del genere. Felix Tshisekedi non ha mai avuto 7 milioni di voti, dove li avrebbe presi?”.

Anche la Conferenza episcopale congolese ha fatto sapere che i risultati annunciati non sono in linea con quelli conteggiati dai suoi osservatori, ma non ha specificato quale dei candidati risulterebbe invece vincitore. "Constatiamo che i risultati delle presidenziali come pubblicati dalla Commissione elettorale indipendente non corrispondono ai dati raccolti dalla nostra missione d'osservazione, a partire dai seggi e dello spoglio - si legge in una nota della Conferenza episcopale congolese -. Prendiamo atto della pubblicazione dei risultati provvisori dell'elezione, che per la prima volta nella storia del nostro Paese apre all'alternanza al vertice dello Stato".

Dubbi hanno sollevato anche Belgio e Francia, con il ministro degli Esteri di Parigi Jean-Yves Le Drian che parla di risultato “non coerente” con la situazione effettiva: "Fayulu era in linea di massima il leader che doveva uscire da queste elezioni". Il sospetto di alcuni sostenitori di Fayulu, secondo cui Tshisekedi avrebbe vinto solo grazie a un accordo di condivisione dei poteri con l’uscente Kabila, rischia di avvelenare ulteriormente il clima.

A partire da oggi, i candidati dei partiti avranno tre giorni di tempo per fare ricorso davanti alla Corte costituzionale congolese, che a sua volta avrà un'altra settimana di tempo per proclamare i risultati ufficiali. Si teme che l’incertezza possa provocare ulteriore caos e violenza, dopo le tensioni della campagna elettorale.

Il vincitore è chiamato a sostituire Kabila, al potere da 18 anni: è la prima alternanza democratica nella storia del Paese. Tshisekedi ha ricevuto la notizia della sua vittoria nella roccaforte dell'opposizione di Limete, un sobborgo della capitale Kinshasa. Figlio di uno storico leader dell'opposizione, l'ex primo ministro Etienne Tshisekedi, il vincitore, 55 anni, aveva preso le distanze a metà novembre dal blocco comune dell'opposizione Lamuka, (Svegliarsi, in lingua lingala), guidato da Fayulu, per guidare una sua propria lista.

La vittoria di Tshisekedi arriva al culmine di due anni di ritardi e incertezze, da quando Kabila, concluso il suo secondo e ultimo mandato elettorale nel dicembre 2016, si era comunque ancorato al potere. Le elezioni avevano subito vari rinvii, ultimo quello dal 23 al 30 dicembre scorso. Tshisekedi ha promesso di combattere la corruzione e la povertà con un programma teso alla stabilizzazione del Paese. Non c’è nessun accordo con Kabila, sottolineano i suoi, secondo cui quello di Tshisekedi è un trionfo storico nella lunga lotta per la democrazia a lungo combattuta da suo padre.