Africa. Tshisekedi con il 73% dei consensi resta presidente del Congo, tra le proteste
Felix Tshisekedi al seggio il 20 gennaio dello scorso anno, domenica la proclamazione della sua vittoria alle presidenziali
Felix Tshisekedi è stato rieletto presidente della Repubblica Democratica del Congo nelle voto del 20-21 dicembre con il 73,34% dei voti. Lo ha annunciato domenica a Kinshasa la Commissione Elettorale Nazionale (Ceni). Tshisekedi ha ottenuto piu' voti dell'ex governatore del Katanga (sud-est) Moise Katumbi (18,08%), di Martin Fayulu (5,33%) e dell'ex primo ministro Adolphe Muzito (1,12%). Gli altri venti candidati, tra cui il premio Nobel per la pace Denis Mukwege, non hanno raggiunto l'1% dei voti.
Dopo la proclamazione dei risultati, affiancato dalla moglie Denise e dalla madre, il presidente si è affacciato al balcone del quartier generale della sua campagna elettorale nella capitale Kinshasa per rivolgersi ai sostenitori dopo la pubblicazione dei risultati. "Sono stato rieletto presidente di tutti i congolesi", ha detto Tshisekedi, indossando una camicia bianca e un berretto, ai sostenitori esultanti. "E' con questo spirito di apertura che esercitero' questo secondo mandato".
Si prevede che la Corte Costituzionale della Repubblica democratica del Congo confermi i risultati provvisori il 10 gennaio. Tshisekedi, 60 anni, è salito al potere per la prima volta nel gennaio 2019 dopo un'elezione controversa. Nove candidati dell'opposizione - Mukwege, Fayulu e Katumbi - hanno firmato domenica una dichiarazione in cui rifiutano quella che hanno definito un'elezione "farsa" e hanno chiesto una nuova tornata.
Circa 44 milioni di persone su 100 milioni di abitanti del vasto paese si sono registrate per votare il 20 dicembre per la presidenza, così come per le assemblee nazionali e regionali e i consigli comunali.
Inizialmente previste per il 20 dicembre, le votazioni sono state ufficialmente prolungate di un giorno per tenere conto dei problemi nelle aree remote. Una missione di osservatori cattolico-protestante ha affermato di "aver documentato numerosi casi di irregolarità che potrebbero compromettere l'integrita' del voto". Circa 15 ambasciate hanno chiesto "moderazione" nel Paese dove le tensioni post-elettorali sono state comuni. Le autorità affermano di aver adottato misure per prevenire disordini, soprattutto nelle aree minerarie del sud-est che sono la roccaforte di Katumbi.