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COSTRUIRE IL FUTURO. Hillary Clinton a Kabul: «Transizione non rinviabile»

martedì 20 luglio 2010
È iniziata con un discorso del presidente Hamid Karzai la Conferenza internazionale dei donatori a Kabul sul futuro dell'Afghanistan. I lavori della conferenza, alla quale stanno partecipando una settantina tra Paesi ed organizzazioni internazionali, hanno preso il via alle 9 di stamattina e termineranno alle 16.30 con una conferenza stampa del presidente Hamid Karzai e del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon.«Siamo di fronte ad un nemico comune contro cui dobbiamo combattere uniti», ha affermato Karzai nel suo discorso inaugurale davanti ai ministri degli Esteri e ai rappresentanti delle organizzazioni internazionali. Tra i partecipanti Hillary Clinton, segretario di Stato Usa, Anders Rasmussen, segretario generale Nato, e il titolare della Farnesina che terrà a breve un intervento con altri capi delegazione. Migliaia i poliziotti e i soldati impegnati a mantenere la sicurezza in questo giorno particolare dove si temono possibili attentati da parte dei talebani. Nel corso della notte sono infatti esplosi alcuni razzi vicino Kabul senza però causare vittime.La Conferenza di Kabul appoggia il piano del governo afghano di far assumere «alle sue forze di sicurezza la responsabilità delle operazioni militari in tutte le province del paese entro la fine del 2014». È quanto emerge dal documento finale della conferenza, in cui si sottolinea che «la comunità internazionale manterrà il suo impegno a fornire l'appoggio necessario» al raggiungimento di questo obiettivo. La Conferenza inoltre approva «in linea di principio» il Programma di pace e reintegrazione del governo afghano.  Si tratta, si precisa, di un programma che «è aperto a tutti i membri dell'opposizione armata afghana e delle loro comunità che rinuncino alla violenza, non abbiano legami con le organizzazioni terroristiche internazionali, rispettino la Costituzione e si mostrino desiderosi di costruire un Afghanistan pacifico»LA POSIZIONE DEGLI USAIl processo di transizione in Afghanistan «è troppo importante perchè venga rinviato all'infinito», ma gli Stati Uniti saranno impegnati al fianco delle autorità locali anche dopo il loro ritiro nel 2011, per garantire che la consegna dei poteri avvenga nel modo più sicuro ed efficace possibile. Lo ha detto il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ai partecipanti alla conferenza internazionale in corso a Kabul. «Non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare il nostro intento di raggiungere un Afghanistan stabile, sicuro e pacifico», ha detto la Clinton.«Il governo afghano, lavorando con la Nato, ha sviluppato un ampio quadro che aiuterà a creare le condizioni per la transizione, provincia per provincia, distretto per distretto - ha spiegato - in modo che le forze afghane possano assumersi la responsabilità della sicurezza».Il 2011 «è l'inizio di una nuova fase, non la fine del nostro coinvolgimento», ha precisato la Clinton, spiegando poi che nella lotta alla corruzione, malgrado i progressi, «resta molto lavoro» da fare. «Siamo incoraggiati» dai progressi, ha detto il segretario di Stato, parlando di «misure importanti» adottate dal governo del presidente Hamid Karzai. «Ma resta ancora molto lavoro - ha precisato -. Non si può prescindere dalla lotta alla corruzione e dal miglioramento della governance».La transizione in Afghanistan «deve essere graduale, ma deve cominciare subito». Lo ha dichiarato oggi a Kabul il ministro degli Esteri britannico, William Hague. Intervenendo stamani alla Conferenza di Kabul, Hague ha detto che Londra «accetterà la richiesta di Kabul di convogliare il 50% dell'aiuto attraverso i canali governativi. E - ha aggiunto- noi faremo anche di più». Il ministro britannico si è comunque unito all'appello della collega statunitense Clinton, ricordando al presidente Hamid Karzai che «la corruzione deve essere combattuta con più energia». L'ATTACCO DI AL-QAEDAIl numero due di Al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri, poche ore prima della conferenza dei donatori a Kabul, ha lasciato un nuovo messaggio su Internet nel quale punta il dito contro i leader arabi moderati, considerati "sionisti", e deride il presidente degli Usa Barack Obama per le sue pretese di vittoria in Afghanistan.«Questi arabi sionisti sono più pericolosi degli ebrei sionisti», ha detto Zawahiri in un audio-messaggio postato sul web riferendosi in particolar modo al presidente egiziano Hosni Mubarak. «Chi circonda il nostro popolo a Gaza? Non è il leader degli arabi sionisti Hosni Mubarak?», si chiede nel messaggio audio il vice di Bin Laden. Poi rivolgendosi a Obama afferma nel messaggio: «Povero Obama, viene a Kabul e promette che i talebani non torneranno al potere. Ma il poveretto può promettere che le sue orde rientreranno sane e salve in America?».