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Pakistan. Asia Bibi, un'altra condanna a morte

giovedì 16 ottobre 2014
L’Alta Corte di Lahore, tribunale di secondo grado, ha confermato questa mattina la sentenza di condanna a morte per Asia Bibi, la donna cristiana pakistana, madre di 4 figli, accusata di blasfemia e condannata in primo grado nel 2010. Lo ha confermato all’Agenzia Fides uno degli avvocati del pool difensivo della donna (ECCO LA MEMORIA DIFENSIVA), il cristiano Naeem Shakir, informando che il ricorso presentato dalla difesa è stato respinto. Nell’udienza tenutasi stamane, dalle 9,30 del mattino alle 13,30, davanti al collegio presieduto dal giudice Anwar ul Haq, la difesa ha presentato le sue argomentazioni scritte che smontavano l’impianto accusatorio, smascherando testimoni poco credibili e la evidente costruzione di false accuse. “Il giudice ha ritenuto valide e credibili le accuse delle due donne musulmane (due sorelle) che hanno testimoniato sulla presunta blasfemia commessa da Asia. Sono quelle con cui Asia aveva avuto l’alterco e da cui è nato il caso”, ha spiegato Shakir, tradendo molta amarezza e delusione. “La giustizia è sempre più in mano agli estremisti”, ha aggiunto, annunciando che, d’accordo con il marito di Asia, si ricorrerà alla Corte Suprema, terzo e ultimo grado di giudizio in Pakistan.