Iran. La persecuzione continua: condannato lo zio di Mahsa Amini
Una manifestazione del 2022 per Mahsa a Istanbul
L'Iran ha condannato Safa Aeli, lo zio di Mahsa Amini, morta in custodia della polizia perché non indossava lo hijab in modo corretto, a cinque anni e quattro mesi di carcere con accuse diverse: lo hanno dichiarato gli attivisti per i diritti umani sui social media. Il Tribunale rivoluzionario di Saqqez, città natale di Amini nella provincia del Kurdistan, ha annunciato che, in base alla legge, il trentenne Aeli sconterà in carcere 3 anni e mezzo della pena. È stato accusato di "raccolta informazioni e collusione contro la sicurezza nazionale", "propaganda contro il sistema" e "insulto al leader Ali Khamenei" durante le proteste.
L’uomo è stato inoltre condannato ad un divieto di lasciare il paese per due anni e a scrivere la biografia di un membro dei Basij ucciso durante le proteste.
Aeli è stato arrestato a settembre, alcuni giorni prima del primo anniversario della morte di Mahsa, ed è stato poi rilasciato su cauzione. La morte della ragazza ha innescato una serie di proteste duramente represse dal regime di Teheran.