È stato condannato a morte
l'attentatore alla maratona di Boston, Dzhokhar Tsarnaev. Lo
hanno deciso all'unanimità i giudici dopo appena 15 ore di
camera di consiglio. La stessa giuria, composta da 7 donne e 5
uomini, aveva giudicato il 21enne di origine cecena Tsarnaev
colpevole di tutti e 30 i capi di accusa di cui 17 punibili con
la pena di morte. Nell'attentato morirono 3 persone e oltre 260
rimasero ferite. Secondo quanto riferito da
testimonio oculari, durante la lettura del verdetto nel
tribunale federale di Boston è regnato un assoluto silenzio.
Anche Tsarnaev, che sarà giustiziato con un'iniezione letale,
sembra che non abbia reagito. L'accusa lo aveva definito "un
terrorista" che merita di morine per aver provocato una
carneficina. Secondo la difesa, il giovane, che al momento
dell'attentato aveva 19 anni, sarebbe stato manipolato dal
fratello maggiore Tamerlan, rimasto ucciso durante
l'inseguimento. La pena capitale è stata decisa nonostante sia
piuttosto osteggiata nello stato del Massachusetts dove
nessuno era stato condannato a morte dal 1947. Alla lettura del
verdetto erano presenti alcuni sopravvissuti e parenti di molte
vittime, compresi i genitori del bimbo di 8 anni, Martin
Richard, il più giovane ucciso nell'attentato. La decisione di infliggere a Tsarnaev la
condanna a morte è stata votata all'unanimità per 6 capi di accusa
sui 17 punibili con la pena capitale. Riguardano quasi tutti
l'utilizzo di armi di distruzione di massa che rappresenta
un'aggravante. Il ricorso in appello appare inevitabile.
Passerebbero comunque molti anni prima dell'esecuzione della
sentenza. Su 80 condanne a morte da parte di tribunali federali dal
1988, solo 3 sono state eseguite. I giurati chiamati a decidere se
infliggere una condanna a morte in America devono essere "death
qualified" cioè a dire che non possono essere contrari alla pena
capitale.