INTERVISTA. «Con noi "grunen" sempre più cattolici»
dal nostro inviato Paolo Lambruschivenerdì 23 agosto 2013
La linea ufficiale dei Verdi per queste elezioni è al governo con la Spd o all’opposizione. E del resto la linea di centrosinistra paga, i sondaggi degli ultimi tre mesi commissionati dagli ecologisti vedono il partito sfiorare il 15% e al minimo assestarsi sul 13% Anche se molti elettori cattolici di mezza età scelgono i Verdi e questo potrebbe generare sorprese. Ne parliamo con Malte Spitz, 29 anni, leader “grünen” in ascesa nel partito, uno dei due membri della segreteria in lizza per un posto al Parlamento. Che scenario si profila dopo le elezioni? I sondaggi indicano che la coalizione di governo non riesce a sfondare ottenendo una maggioranza netta per un nuovo mandato. Numericamente sarà un confronto sul filo di lana. Va esclusa un’alleanza di sinistra tra Verdi, Linke e Spd per il rifiuto dei socialdemocratici. Dunque ci può essere solo una grande coalizione all’italiana con Spd e Cdu-Csu se i liberali non riescono a crescere e a garantire la maggioranza alla Merkel per il bis.Gli ecologisti hanno ad ovest un’anima cattolica e centrista guidata dal presidente del Baden Wuerttenberg, Winfried Kretschmanmn, che non sarebbe contraria all’alleanza con i cristiano democratici della Merkel. Come giudica un’alleanza Verdi e Cdu? Mi sembra assurda o, almeno, nessuno in segreteria e nella direzione del partito ne ha mai accennato, Kretschmanmn è il primo presidente verde di un land per giunta storicamente conservatore ed è cattolico, ma sono troppe le differenze programmatiche con la Cdu, accentuate da questa campagna elettorale. Anche con la Spd sono molte le differenze programmatiche... Ma sono minori, se fosse possibile dopo il voto una riedizione dell’alleanza con la Spd, la faremmo subito. Alleanza, però, pagata a caro prezzo dopo le riforme del welfare di Schroeder, La rifareste davvero? Le riforme servirono allora per includere nel mercato del lavoro milioni di persone ai margini.Con la flessibilità ci siamo riusciti. Ora è il momento di alzare ad esempio i minimi contrattuali dei mini job e garantire più tutele ai precari. Questo è uno dei punti chiave che ci separa dalla Merkel oltre all’apertura sull’immigrazione e alla nostra idea di crescita ancorata a un’economia sostenibile. Siete l’unico partito ecologista a contare in Europa. Chi sono i vostri elettori? Persone cresciute con il partito che oggi hanno tra i 40 e i 60 anni, sono istruiti, in maggioranza donne. Siamo in crescita tra gli ultrasessantenni. Abbiamo un buon seguito effettivamente tra i cattolici, che condividono le nostre battaglie per la tutela ambientale, per una società e un’Europa più equa e con meno ingiustizie sociali. Che progetto avete per l’Ue rispetto alla Merkel? Meno rigore e più inclusione altrimenti il sud non riuscirà a crescere e l’Unione ne sarà indebolita.