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L'esame. Il discorso ai commissari: «Non sono fascista, io per l'Europa»

Giovanni Maria Del Re, Bruxelles martedì 12 novembre 2024

Raffaele Fitto all'audizione del Parlamento Europeo

«Non sono qui per rappresentare un partito politico o uno Stato membro, ma per esprimere il mio impegno per l’Europa. Agirò esclusivamente nell’interesse della nostra Unione». Già nel suo intervento introduttivo di fronte alla Commissione Affari Regionali del Parlamento Europeo (tra gli osservatori anche eurodeputati di altre commissioni coinvolte), Raffaele Fitto ha cercato di rassicurare i molti critici che lo ascoltano, sottolineando anzitutto il suo passato da “democristiano”.

Fitto è designato come vice presidente esecutivo della Commissione Europea con delega alla Coesione e alle Riforme, con responsabilità anche per il Piano di Rilancio.

Il centro-sinistra rifiuta che gli sia dato il titolo di vicepresidente esecutivo in quanto di “estrema destra”. E l’eurodeputata spagnola verde Ana Miranda Paz lo attacca definendolo “fascista”. «Se mi chiama fascista veda lei – ha replicato Fitto – ma mi pare siamo lontanissimi dalla realtà».

Al contrario, Fitto si è voluto mostrare europeista. «L’Europa – ha detto – è la nostra casa, unita nella diversità», con la promessa di «lavorare insieme per il futuro del nostro continente». La coesione è centrale, aggiunge, ed è «la prima volta che è affidata a un vicepresidente esecutivo».

Vari esponenti del centro-sinistra gli hanno rinfacciato l’astensione di FdI sul voto per il Piano di rilancio. «Allora – ha risposto – ci astenemmo perché avevamo perplessità, non votammo contro. Adesso, dopo la mia esperienza di ministro, posso dire che, se dovessi votare domani mattino, voterei a favore».

A proposito di Piano di rilancio, nella sua lettera di risposte scritte Fitto aveva già avvertito che non ci sarà proroga oltre il 2026. Adesso è stato meno esplicito, ma il messaggio implicitamente è lo stesso: «Se sarò confermato – dice – lavorerò assieme al commissario per l’Economia (Valdis Dombrovskis, ndr) per consentire agli Stati membri di realizzare le riforme e gli investimenti previsti entro il 2026».

Attaccato sui ritardi del Pnrr italiano dalla M5S Valentina Palmisano, lui si difende. «Dombrovskis – sottolinea - ha detto sul Pnrr italiano che è uno dei piani che sta procedendo in modo positivo. Gli obiettivi raggiunti sono più che in linea, siamo al 45%, forse già 48%».

Per sapere l’esito della sua audizione si dovrà attendere mercoledì 13 novembre: il Parlamento Europeo ha infatti deciso di prendere una decisione complessiva su tutti e 6 i vicepresidenti esecutivi ascoltati questo martedì 12 novembre, anche per la possibilità di “vendette” incrociate: se bocci il mio io boccio il tuo.

Su Fitto restano grossi dubbi di socialisti francesi e tedeschi (mentre il Pd dovrebbe dare il suo ok), come di Liberali di Renew e Verdi. Se Fitto non ottiene la maggioranza dei due terzi per passare subito, dopo quattro votazioni si può passare alla maggioranza semplice (eventualmente con la richiesta di risposte scritte aggiuntive o, meno probabile, un’audizione aggiuntiva). Il Ppe, che lo sostiene in pieno, potrebbe trovarlo con Conservatori (di cui fa parte FdI) e Patrioti (cui aderisce la Lega) ma sarebbe una plateale rottura della “maggioranza Ursula”.