Golpe militare in Burundi. Dopo
settimane di violente proteste e scontri tra dimostranti
dell'opposizione e forze dell'ordine - con un bilancio di una
quindicina di vittime e oltre 200 feriti - i militari oggi hanno
preso in mano la situazione e hanno destituito il presidente
uscente, Pierre Nkurunziza, intenzionato a correre per un terzo
mandato, ritenuto incostituzionale dall'opposizione.
Con un annuncio a sorpresa a un'emittente locale, il
generale dell'esercito Godefroid Niyombare ha dichiarato di avere
destituito il presidente - mentre questi si
trovava in Tanzania per un summit internazionale - e di avere
creato un comitato di salvezza nazionale per
governare il Paese.
In migliaia si sono riversati per le strade della capitale
Bujumbura per festeggiare il colpo di mano dei militari, mentre
la polizia si è dileguata dalle strade della città. In altre
zone della capitale molte persone prese dal panico e dal terrore
di nuovi scontri e incidenti si sono rintanate all'interno delle
proprie abitazioni temendo che la situazione degenerasse.I
corrispondenti della Bbc a Bujumbura hanno riferito che alcuni
manifestanti hanno anche assaltato la prigione nazionale e
liberato diversi detenuti prima di dare fuoco all'edificio.
Tutti i voli internazionali da e per la capitale sono stati
cancellati, mentre secondo alcuni tweet sono state chiuse le
frontiere del Paese.
Osservatori internazionali hanno riferito alla Bbc online che
la situazione resta confusa.Poco dopo l'annuncio del golpe la
presidenza del Burundi ha smentito il colpo di mano dei
militari. "La situazione è sotto controllo, non c'è alcun colpo
di Stato in Burundi", ha riferito in un tweet.
Tuttavia fra conferme e smentite la comunità dei Paesi
dell'Africa orientale ha preso posizione "condannando il putsch"
e ha chiesto il ripristino dell'ordine costituzionale.
Questa mattina poco prima dell'annuncio del generale
Niyombare la polizia aveva sparato lacrimogeni e usato idranti
contro alcuni manifestanti che tentavano di penetrare nel
quartiere commerciale nel centro della capitale. Ma secondo l'Ap
non è chiaro se ci siano state vittime o feriti.
Le prime manifestazioni di protesta nel Burundi sono esplose
il 25 aprile dopo che il partito al governo aveva nominato il
presidente uscente come prossimo candidato per le elezioni
previste il prossimo 26 giugno. Al centro delle tensioni che
hanno infiammato il Paese l'interpretazione del dettato
costituzionale che sulla carta non prevede più di due mandati
presidenziali, ma che il partito di Nkurunziza interpreta
diversamente sostenendo che la prima nomina non avvenne a
suffragio ma con incarico affidato istituzionalmente.
Secondo la Croce Rossa da fine aprile migliaia di persone
(almeno 50mila) sono fuggite nei Paesi vicini per cercare
rifugio.
La crisi politica in atto nel Burundi ricorda quella del
Burkina Faso, quando a fine ottobre dello scorso anno una
rivolta popolare rovesciò il regime del presidente Blaise
Compaorè, al potere da 27 anni intenzionato anche lui a
ricandidarsi per un nuovo mandato.