Mondo

Russia. Mosca adesso offre la cittadinanza ai migranti. Per spedirli al fronte

Marta Ottaviani martedì 20 agosto 2024

Militari russi si preparano a sparare con i cannoni un proiettile anticarro verso posizioni ucraine

Pur di mandare forze fresche a combattere nella regione di Kursk o in Ucraina, a Mosca si organizzano anche le ronde. La notizia è comparsa sul quotidiano Kommersant e conferma rumors che si erano diffusi negli ultimi giorni sui canali Telegram dei media indipendenti.

Le forze che fanno capo al comitato investigativo e del ministero degli Affari interni, hanno compiuto decine di raid nella capitale, alla ricerca di immigrati che hanno ottenuto la cittadinanza, ma che non si erano ancora arruolati. Nell’ottica moscovita, i malcapitati stavano facendo i furbi. Dal giorno dell’invasione, Mosca ha cercato di reclutare quella che i russi chiamano «carne da cannone» con tutti i mezzi, leciti e illeciti. Dalle prigioni e dagli ospedali sono usciti galeotti e malati terminali. Poi ha iniziato ad accogliere nel Paese migranti che in precedenza stazionavano in centri di accoglienza alla periferia della capitale.

Se prima del 24 febbraio 2022 questi rappresentavano un fastidio per la società russa, da quando il Paese è in guerra si sono trasformati in una risorsa. A molti è stata concessa la cittadinanza a patto che si arruolassero per andare a combattere sul confine, andando incontro a morte quasi certa. Molti ottengono quindi il passaporto, ma poi non si presentano. Senza fare però i conti con il ministero degli Interni, che periodicamente compie raid per individuare gli “indisciplinati” e costringerli ad abbracciare le forze armate subito. Negli ultimi giorni, queste ronde sono diventate più frequenti e incisive. In particolare, scrive Kommersant, le incursioni si sono concentrate nella zona nord-ovest della capitale. Decine di migranti sono stati localizzati e costretti ad arruolarsi.

Molti di loro erano impiegati nel mercato ortofrutticolo del quartiere o nelle adiacenze della stazione degli autobus vicina alla fermata della metropolitana Shchelkovskaya. Vivevano di espedienti, dormendo in camerate, giorno per giorno, nella speranza di non essere scoperti. Nei giorni scorsi sono stati caricati su camionette e condotti alle stazioni della polizia per potersi arruolare. Si tratta di migranti provenienti dall’Asia Centrale: Kazakhstan, ma soprattutto Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan. Paesi ex sovietici, poveri e che vedono ancora nella Federazione Russa un’occasione di riscatto, la possibilità di aiutare le loro famiglie, anche adesso che molti generi alimentati in Russia sono aumentati a causa della crisi economica. Invece Mosca li incanta con il miraggio di diventare cittadini russi a tutti gli effetti, obiettivo difficilmente realizzabile in condizioni normali, mandandoli poi al fronte senza un’adeguata preparazione militare. Certa che molti di loro non torneranno indietro a rivendicare i loro diritti. E che i Paesi di provenienza, per non aver problemi con il Cremlino, non reclameranno mai i loro corpi.