Iran. Almeno 31 uccisi nelle proteste per la morte di Mahsa
Scontri a Teheran nelle proteste per la morte di Mahsa arrestata dalla "polizia morale"
Continuano le proteste in Iran per la morte della giovane Mahsa Amini, deceduta in ospedale dopo essere stata trattenuta dalla “polizia morale” perché indossava male il velo. Proteste in una ventina di città, dal Kurdistan iraniano alla capitale Teheran, dove in migliaia hanno manifestato contro le rigide norme sull’abbigliamento imposte dal governo ultraconservatore. Rabbia anche sui social: le donne iraniane si sono filmate mentre si tagliano i capelli e bruciano gli hijab.
Sui social le ragazze iraniane si tagliano i capelli in segno di protesta - Ansa
Su Twitter, gli attivisti hanno pubblicato i video dei giovani scesi in strada e degli agenti che hanno lanciato lacrimogeni e picchiato i manifestanti. Mercoledì il governo ha bloccato l'accesso a Instagram. Lo riferisce l'osservatorio NetBlocks.
Intanto sale ad almeno 31 il numero dei civili uccisi negli scontri: ad aggiornare il bilancio l'Ong "Hengaw". Tra le vittime c'è un 16enne che sarebbe deceduto per ferite da armi da fuoco. Dai filmati che circolano sui social media si vedono agenti della polizia sparare contro i dimostranti. Sarebbero rimasti uccisi anche almeno 3 agenti. Le proteste erano divampate a Saqqez, nel Kurdistan iraniano, città di origine di Amini, dove lo scorso sabato si sono svolti i funerali della giovane.
Disordini a Teheran nelle manifestazioni contro la violenza della "polizia morale" - Ansa
Da New York, dove è in corso l’Assemblea dell’Onu, il presidente Raisi respinge le accuse delle Nazioni Unite: «L’Occidente ha un “doppio standard” sui diritti delle donne», ha dichiarato, citando le uccisioni di donne indigene in Canada e le azioni israeliane nei territori palestinesi. Martedì l’Onu, per bocca dell’Alto commissario per i Diritti umani, aveva espresso «preoccupazione» per la situazione nel Paese: «La morte di Amini e le accuse di tortura devono essere indagate da un’autorità indipendente, assicurando che la famiglia abbia accesso a giustizia e verità». Dello stesso avviso il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, che aveva definito le circostanze della morte di Amini «un affronto spaventoso ai diritti umani». In un tweet, la Farnesina aveva espresso «dolore per la morte di Mahsa», auspicando che «gli autori di questo atto vile vengano identificati e chiamati a risponderne».
L'attrice Anahita Hemmati si taglia i capelli - Instagram
Prima di partire per New York, Raisi aveva promesso un’indagine interna e martedì aveva telefonato ai genitori di Mahsa per esprimere le sue condoglianze. In un tentativo di placare le sommosse, il capo della polizia della zona di Teheran interessata dal fatto è stato rimosso dal suo incarico. Il dissenso è arrivato anche in Parlamento, con alcuni deputati che hanno messo in discussione l’operato della “polizia morale”. Il presidente del Parlamento ha chiesto l’avvio di un’indagine e un deputato ha proposto l’abolizione della "polizia morale".
La versione ufficiale delle forze di sicurezza è che Amini sia morta per un attacco cardiaco, con le autorità che sostengono che la giovane soffrisse di epilessia. La famiglia smentisce, affermando che la ragazza aveva delle fratture craniche quando è arrivata in ospedale a Teheran, dove è deceduta il 16 settembre dopo tre giorni di coma.
Reuters