Virus. Cina, oltre 130 vittime. Pronto il volo per il rimpatrio degli italiani
Membri dell'equipaggio di un volo della China Eastern Airlines atterrato a Sidney
La buona notizia è che la progressione dei contagi sembra rallentare. La cattiva notizia è che il numero dei morti e quello dei casi accertati continuano a crescere. Ed è fuga degli stranieri dalla Cina, per la paura della polmonite da nuovo coronavirus che dalla città di Wuhan, epicentro dell'epidemia, si è diffuso in tutta la provincia dell'Hubei, mentre si continuano a registrare casi in diverse città della Cina e all'estero (quasi tutte persone arrivate dall'Hubei e loro stretti contatti).
I nuovi casi di coronavirus confermati in Cina ieri, martedì, sono 1.459, un numero inferiore ai 2.077 registrati lunedì. E questo potrebbe essere il segnale di un rallentamento nei contagi. I casi sospetti si attestano a 9.239, mentre sono 103 le persone che hanno superato la malattia e sono state dimesse.
Pronto il volo per evacuare gli italiani
L'Unità di crisi della Farnesina, in stretto coordinamento con il ministero della Difesa, il ministero della Sanità e l'Istituto nazionale per le malattie infettive "Lazzaro Spallanzani", sta organizzando un volo operato dal Comando operativo di vertice interforze, per rimpatriare i circa 50 cittadini italiani bloccati a Wuhan. Il velivolo - riferisce la Farnesina - previsto in partenza dall'Italia giovedì una volta acquisite le autorizzazioni da parte cinese, raggiungerà direttamente l'aeroporto di Wuhan con a bordo personale medico specializzato, infermieri e adeguato equipaggiamento sanitario per garantire un trasporto sicuro. All'arrivo in Italia i connazionali seguiranno un protocollo sanitario definito dal ministero della Salute, che prevede un periodo di quarantena per una 15ina di giorni. Un isolamento per la sorveglianza sanitaria che potrebbe avvenire anche in una struttura militare.
Più contagi della Sars, ma meno letali
Continua inesorabile, invece, l'aumento del numero delle vittime che arriva a 132, tutte in Cina. Mentre i contagi, sempre in Cina, salgono a 5.974, più di quelli che si registrarono nel 2002-2003 per la Sars, la Sindrome respiratoria acuta grave (furono 5.327, ma la Sars fece 349 vittime). Accertati 11 nuovi casi a Pechino e 16 a Shanghai.
Stranieri in fuga. Anche aziende e gare di sci
Prosegue, e s'intensifica, la fuga degli stranieri (e delle aziende straniere) dalla Cina. Il Giappone sta organizzando il secondo volo da Wuhan. Il Kazakistan ha interrotto ogni collegamento con la Cina e sospeso il rilascio del visto a cittadini cinesi. La Gran Bretagna ha evacuato i propri cittadini da Wuhan: verranno posti in isolamento per 14 giorni. Il primo volo charter che ha evacuato 240 cittadini degli Stati Uniti è atterrato stamani in Alaska, da dove riparte per una base militare in California. Gli evacuati verranno tenuti in quarantena. In giornata anche la Germania ha disposto un volo per i suoi cittadini.
E sempre gli Usa stanno valutando di sospendere i voli da e per la Cina: già allertate tutte le compagnie aeree in attesa di una decisione della Casa Bianca. Decisione già presa dalla Gran Bretagna, dove la British Airways ha già sospeso i voli sulla Cina, e dalla Germania con Lufthansa. Anche la compagnia indonesiana Lion Air e quella sudcoreana hanno sospeso i collegamenti.
Conseguenze anche per la aziende, e dunque sull'economia cinese e mondiale. La Toyota ha interrotto la produzione in Cina fino al 9 febbraio. La catena di caffetterie Starbucks ha chiuso temporaneamente metà dei propri punti vendita. Lo stesso ha annunciato l'Ikea per circa la metà dei suoi 30 store in Cina.
E la Federazione Internazionale dello Sci (Fis) ha cancellato ufficialmente la tappa della Coppa del mondo maschile di sci alpino in calendario a Yangqing in Cina il 15 e 16 febbraio, dopo la valutazione congiunta della Federazione Cinese e del comitato organizzatore locale. Le date e la località dove eventualmente saranno recuperati la discesa libera e il supergigante verranno comunicati nei prossimi giorni.