Eppur si parlano.
Cina e Taiwan hanno sorpreso il mondo annunciando, la notte scorsa, che
per la prima volta dopo oltre 60 anni i loro massimi dirigenti politici, il cinese Xi Jinping e il taiwanese Ma Ying-jeou, si incontreranno in uno
storico faccia a faccia, sabato prossimo, sul "campo neutro" di
Singapore.
La Cina rivendica la sovranità su Taiwan, che è di fatto
indipendente dal 1949, mentre Taiwan, il cui nome ufficiale è
Repubblica di Cina, non ha mai riconosciuto la Repubblica
Popolare Cinese. Di conseguenza nessuno dei due partecipanti
all'incontro può rivolgersi all'altro chiamandolo "presidente".
Nuova Cina precisa che l'appellativo usato dai due presidenti
sarà quello di
"xiansheng" ("signore" in cinese). Secondo Zhang
Zhuijun, capo dell'Ufficio per Taiwan del governo di Pechino, si
tratta di "un arrangiamento pragmatico in accordo con il
principio (dell'esistenza) di una Cina". Xi Jinping e Ma Ying-jeou, ha aggiunto Zhang, si incontreranno nelle vesti di "leader della madrepatria e di
Taiwan".
La notizia del vertice non è stata ben accolta
dall'opposizione taiwanese, che ritiene si tratti di un
tentativo di rafforzare le prospettive elettorali del partito di
Ma, il Kuomintang, che tutti i sondaggi danno in forte
svantaggio nelle presidenziali che si terranno il 16 gennaio.
Nonostante le difficoltà nei rapporti politici, le relazioni
commerciali tra "le due sponde dello Stretto di Taiwan",
l'espressione usata dai diplomatici per evitare che si possa
sottintendere un riconoscimento dell'altra parte, sono ottime e
sono ulteriormente migliorati da quando, nel 2008, è al potere
Ma. Pechino avrà molti più problemi in caso di vittoria del
Partito democratico progressista (Dpp), che è favorevole alla
piena indipendenza dell'isola.
"La notte scorsa, improvvisamente è arrivata questa notizia
dell' incontro", ha dichiarato la candidata del Dpp, Tsai
Ing-wen, "io e tanta gente come me in tutta l'isola siamo
rimasti molto sorpresi... un incontro tra i leader delle due
sponde è un grande evento, che riguarda la dignità e l'interesse
nazionale di Taiwan". "Però, comunicarlo al popolo in questo
modo affrettato e caotico è dannoso per la democrazia
taiwanese", ha aggiunto. Alcuni dei suoi sostenitori hanno
inscenato una manifestazione di protesta davanti al Parlamento
di Taipei. A guidarla è stato il candidato al Parlamento Huang
Kuo-chang, un ex leader del movimento studentesco dei
"girasoli", che nel 2014 ha contestato gli accordi commerciali
tra Pechino e Taipei fortemente voluti da Ma Ying-jeou.
Positiva la reazione degli Stati Uniti. "Noi certamente diamo
il benvenuto ai passi che vengono presi da entrambe le sponde
dello Stretto di Taiwan per ridurre la tensione e migliorare le
relazioni", ha detto il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest
in un briefing per la stampa a Washington.
Prima di quello di sabato tra Xi (che è anche il leader del
Partito Comunista Cinese) e Ma (che è il capo del Kuomintang),
l'ultimo incontro al vertice tra i massimi dirigenti dei due
schieramenti fu quello tra il comunista Mao Zedong e il
nazionalista Chiang Kai-shek, avvenuto a Chongqing nel 1945. In
seguito, i due si affrontarono in una sanguinosa guerra civile
che si concluse con la sconfitta del Kuomintang che si rifugiò a
Taiwan, l'isola nel mar della Cina che era stata fino ad allora
una colonia giapponese.Dal 1996, Taiwan è retta da un sistema
pienamente democratico, mentre la Cina è rimasta sotto un regime
a partito unico.