Cina. Coronavirus, i morti sono 17. Primo caso negli Stati Uniti e a Hong Kong
Una passeggera con una mascherina in partenza da Shanghai
Si diffonde l'epidemia di polmonite virale in Cina. E cresce la paura. Mentre sale a 17 il numero delle vittime, il nuovo virus arriva anche a Hong Kong, Taiwan e negli Stati Uniti. I casi accertati sono ora 440.
Il primo caso a Hong Kong è quello di una persona arrivata con il treno ad alta velocità da Wuhan, la città con 11 milioni di abitanti considerata l'epicentro della diffusione del coronavirus e dove si registra il maggior numero di vittime. Il paziente è in isolamento in ospedale, riferisce Bloomberg citando Cable Tv. Ed era stato di recente a Wuhan anche il primo affetto da polmonite da coronavirus degli Stati Uniti: il caso è stato registrato nello Stato di Washington, la persona era stata ricoverata per polmonite la scorsa settimana.
Il sindaco di Wuhan ha raccomandato di evitare viaggi da e per la città, per arginare l'epidemia. In un'intervista con la tv cinese Cctv ha detto che ridurre il flusso di persone diminuirà anche la possibilità di diffusione del virus e alleggerirà la pressione sugli sforzi di prevenzione e controllo delle malattie.
In Cina 440 i casi confermati, 15 tra medici e infermieri
La Commissione Nazionale per la Sanità della Cina aveva censito ieri 77 nuovi casi, di cui 72 nella provincia dello Hubei dove si trova Wuhan, più due a Shanghai e tre a Pechino. Oggi i casi confermati sono saliti a 440, mentre proseguono gli accertamenti su altri pazienti. Secondo gli esperti dell'Imperial College London, potrebbero essere 4mila le persone contagiate nella sola città di Wuhan prima del 18 gennaio. Tutte le vittime si registrano nella provincia di Hubei.
Quindici membri dello staff ospedaliero di Wuhan sono stati infettati. Lo hanno comunicato ieri le autorità sanitarie di Wuhan, all'indomani della prima conferma della trasmissibilità del virus tra esseri umani. Un sedicesimo membro dello staff medico è sospettato di avere contratto il virus ed è stato anch'egli ricoverato in quarantena. "Le prove hanno dimostrato che la malattia è stata trasmessa attraverso il tratto respiratorio e c'è la possibilità di mutazione virale", ha detto Li Bin, vicedirettore della Commissione nazionale per la Salute.
La nuova epidemia ha risvegliato l’incubo della Sindrome respiratoria acuta grave (Sars), originata da un altro coronavirus, scoppiata in Cina nel 2002-2003 e che provocò la morte di quasi 800 persone.
Stretta sui controlli sanitari negli aeroporti
Le autorità sanitarie di tutto il mondo hanno iniziato a intensificare lo screening dei viaggiatori che arrivano dalla Cina. Due casi sono già stati identificati in Thailandia, uno in Giappone e uno in Corea del Sud, mentre le Filippine hanno riferito martedì il suo primo caso sospetto. L'Australia ha dichiarato che controllerà tutti i passeggeri sbarcati da voli provenienti da Wuhan (al momento nessun caso sospetto), mentre Singapore ha annunciato che metterà in quarantena individui affetti polmonite provenienti dalla Cina.
Il ministro dei Trasporti britannico ha annunciato che l'aeroporto londinese di Heathrow, scalo internazionale, introdurrà aree separate per i passeggeri provenienti dagli Stati in cui è presente il coronavirus.
La stazione ferroviaria di Shanghai - Reuters
Il Partito comunista: guai a nascondere informazioni
Che l'allarme sia alto, lo conferma la "mossa" del Partito comunista cinese che ieri ha avvertito i funzionari locali di non nascondere i casi dell'epidemia di polmonite virale da coronavirus, come avvenuto durante l'epidemia di Sars. "Chiunque deliberatamente ritardi o nasconda di riportare casi per il proprio interesse sarà inchiodato al pilastro dell'infamia per l'eternità", ha avvertito la Commissione per gli Affari Politici e Legali del Pcc dal proprio account social, citato dal South China Morning Post.
L'avvertimento è giunto all'indomani delle istruzioni per il contenimento dell'epidemia date dal presidente cinese, Xi Jinping, che ha ordinato che la "sicurezza e la salute delle persone devono essere la priorità" nel contrasto all'epidemia. Nel messaggio, l'organo del Pcc invita i funzionari alla trasparenza per evitare i rumors e ridurre i timori dei cittadini, citando l'epidemia di Sars dei primi anni Duemila, segnata da ritardi e occultamenti dei casi che hanno colpito la credibilità del governo e la stabilità sociale. "Ingannare noi stessi peggiorerà soltanto l'epidemia", conclude il messaggio, "e renderà un disastro naturale controllabile un disastro umano estremamente costoso".