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L'anniversario della "rivolta". Il Cile torna a bruciare, devastate due chiese

Redazione Esteri martedì 20 ottobre 2020

Quasi 600 persone arrestate, due chiese incendiate, stazioni della polizia assaltate, supermercati saccheggiati. A una manciata di giorni dal referendum di domenica sulla riforma della Costituzione (il testo attuale risale all'epoca della dittatura del generale Augusto Pinochet ed è stato già modificato 40 volte) e nel giorno del primo anniversario delle proteste contro il governo, il Cile torna a bruciare.

Circa 30mila persone si sono radunate, ieri, in Plaza Italia, nel centro della capitale, ma la protesta è degenerata e tra i manifestanti e le forze dell'ordine sono scoppiati violenti scontri. Immagini pubblicate on-line hanno mostrato il crollo della torre della Parroquia de la Asunción, una delle chiese più antiche della capitale cilena, e un incendio alla Iglesia de San Francisco de Borja. I media cileni hanno segnalato anche numerosi attacchi con molotov e pietre a commissariati di quartiere della capitale, fra cui a Puente Alto, Melipilla, Cerro Navia e Padre Hurtado.

Scontri si sono registrati anche in altri quartieri della capitale e in altre città nel Paese. E c’è stata un’ondata di arresti: 580 i fermi effettuati, di cui 287 solo a Santiago.

Il Cile è stato scosso da violente proteste tra il 18 ottobre e il 30 novembre dello scorso anno che paralizzarono Santiago, con i manifestanti che chiedevano un accesso migliore all'assistenza sanitaria e all'istruzione, nonché un cambio di rotta a livello economico. Almeno 30 persone rimasero uccise durante le proteste e la polizia venne fortemente criticata per l'uso della forza.

Le proteste sono riprese in vista del referendum del 25 ottobre in cui i cileni dovranno scegliere se adottare una nuova Costituzione. Il testo attuale del 1980 risale all'epoca della dittatura del generale Augusto Pinochet, testo già modificato 40 volte. Le maggiori modifiche risalgano al periodo del presidente Ricardo Lagos.

L'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite ed ex presidente del Cile, Michelle Bachelet, ha riferito di essere per il sì al cambiamento della Costituzione: "La cosa più importante è che questa domenica la gente vada a votare, per approvare un meccanismo che consente la parità", ha dichiarato.