Africa. Alta tensione a N'Djamena: ucciso dai militari il capo dell'opposizione
Il presidente ad interim Mahamat Idriss Déby Itno
Il "caos calmo" domina sul sangue versato ieri. Anche se quello che ieri in Ciad poteva apparire come una sorta di “golpe contro il golpe”, oggi appare invece con un ulteriore elemento di tensione in un Paese già sui carboni ardenti da mesi. E di un autentico regolamento di conti. In mattinata, infatti, è arrivata anche la conferma alle voci che circolavano da ore: i leader dell'opposizione alla giunta militare in Ciad, Yaya Dillo, è stato ucciso in un attacco dell'esercito al suo partito, ha riferito il procuratore.
Il primo ministro ad interim ciadiano, Succès Masra, ha espresso invece questa notte il suo appoggio "totale e incondizionato" al presidente ad interim post-golpe Mahamat Idriss Déby, e alle forze di difesa e di sicurezza dopo l'attacco di ieri contro la sede dell'Agenzia nazionale della sicurezza di Stato nella capitale. "In questi momenti difficili e dolorosi che minacciano la nostra pace e coesione nazionale, voglio inchinarmi di fronte a tutti i morti perché il sangue è sangue del Ciad che scorre", ha scritto su X.
In mattinata erano già circolate voci sull’uccisione del capo dell’opposizione Yaya Dillo aveva riferito l’agenzia Fides fonti locali da N’Djamena all’indomani del raid messo a segno dall’esercito contro la sede del Partito Socialista senza Frontiere (Psf), di cui Dillo è presidente. Una risposta all’attacco alla sede dei servizi imputato dal governo all’opposizione. “La battaglia è iniziata intorno alle 13 ed è durata almeno mezz’ora, con l’impiego di armi pesanti, non solo di Kalashnikov” riferiscono le fonti. “L’esercito ha preso il controllo della sede della Psf ma non vi sono bilanci ufficiali sul numero delle vittime né notizie certe sulla sorte di Yaya Dillo”. “Il vuoto informativo – aggiungono le fonti di Fides- è accentuato dall’interruzione dei collegamenti telefonici e di Internet a partire dal pomeriggio di ieri. Al momento sono stati ripristinati i collegamenti telefonici ma Internet è ancora bloccato”.
“La tv statale non ha dato notizie sugli accadimenti di ieri ma è stato annunciato che un comunicato governativo verrà pubblicato nella giornata di oggi” affermano le fonti che riferiscono che “la situazione oggi è calma ma N’Djamena rimane fortemente presidiata da polizia ed esercito. I militari hanno completamente circondato la residenza presidenziale”.
Yaya Dillo e il Psf erano accusati di aver assalito la sede dei servizi di sicurezza nel tentativo di liberare il segretario delle finanze del partito che era stato arrestato con l’accusa di aver fomentato un tentativo di omicidio del Presidente della Corte Suprema (vedi Fides 28/2/2024). I fatti sono accaduti il giorno successivo all'annuncio del calendario delle elezioni presidenziali in Ciad, il cui primo turno si svolgerà il 6 maggio. "La morte di Dillo - sostengono fonti locali - crea problemi per le elezioni presidenziali in mancanza del più forte oppositore al presidente uscente”. I referenti di Fides concludono sottolineando che “al momento la crisi sembra essere tutta interna al clan del presidente Mahamat Idriss Déby Itno e dell’etnia Zaghawa, al quale appartengono il presidente e la maggior parte dei protagonisti dello scontro”.
Oltre agli Zaghawa nella vicenda potrebbero essere implicate pure le etnie del nord, in particolare quelle appartenenti all’insieme dei Tobou. Mahamat Idriss Déby Itno ha infatti come madre una Tobou e come moglie Zineb Goukouni Oueddei, la figlia dell’ex presidente Goukouni Oueddei, appartenente al medesimo gruppo etnico.