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GRAN BRETAGNA. Chiesa anglicana contro le nozze gay «Se il governo ci obbligherà, sarà rottura»

martedì 12 giugno 2012
I matrimoni gay in Gran Bretagna potrebbero portare al "divorzio" della Church of England dallo Stato. Questa la minaccia dei vertici del clero anglicano al governo di David Cameron che giovedì chiuderà la consultazione sulla sua proposta di legalizzazione delle nozze tra omosessuali.Se il governo darà luce verde alle nozze gay, la Chiesa di Inghilterra potrebbe dover smettere di celebrare matrimoni per conto dello Stato. Un passo difficile ma necessario e che, a giudizio dei vertici del clero anglicano potrebbe creare un conflitto tra Chiesa e Stato come non si vedeva dal regno di Enrico VIII. I piani per la legalizzazione sono "forieri di divisioni", "legalmente sbagliati" e "superficiali", sostiene in un documento di 13 pagine la Church of England, di cui la Regina Elisabetta è governatore supremo e l'Arcivescovo di Canterbury capo spirituale. Secondo i suoi leader, il clero anglicano potrebbe essere costretto a celebrare matrimoni gay in Chiesa dalla Corte Europea per i Diritti umani a dispetto delle assicurazioni che questo non potrebbe accadere. Il documento è stato diffuso nell'ambito della consultazione avviata dal governo di Londra sulla questione dei matrimoni gay, un tema caro al primo ministro David Cameron, che tuttavia continua a dividere il partito conservatore. Secondo i vescovi aprire alle coppie gay il matrimonio, riconosciuto da sempre come l'unione di un uomo e una donna, porterebbe a uno svuotamento di senso di questa istituzione riducendola ad un livello"consumistico". "Il matrimonio - si legge - porta benefici alla società, non solo promuovendo fedeltà e mutuo aiuto, ma anche riconoscendo e sottolineando la complementarietà biologica che, per molti, comprende la possibilità della procreazione".La Chiesa anglicana solleva poi un'ampia questione legale relativa al suo ruolo di Chiesa di Stato. Attualmente ogni residente in Gran Bretagna ha il diritto a far celebrare il suo matrimonio nella chiesa anglicana della propria parrocchia. I vescovi temono che l'introduzione del matrimonio gay, anche se la legge intende precisare che nessuna istituzione religiosa sarà obbligata a celebrarli, apra la strada a una serie di ricorsi legali presso i tribunali britannici ed europei. E questo, avverte il documento, potrebbe rendere impossibile alla Chiesa d'Inghilterra di continuare nel suo ruolo di celebrazione dei matrimoni al posto dello Stato.LA RISPOSTA DI DOWNING STREET: NESSUN OBBLIGOIl clero anglicano non sarà obbligato a celebrare nozze gay in Chiesa: lo ha detto un portavoce di Downing Street cercando di calmare la polemica sollevata dai vertici della Church of England. "Il governo ritiene che il matrimonio sia una delle nostre istituzioni più importanti. Il nostro progetto mette molto in chiaro che nessuna organizzazione religiosa sarà obbligata a celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso in conseguenza dell'iniziativa", ha detto il portavoce ribadendo che il governo a guida Tory "si è impegnato a arrivare a una legge sull'argomento entro il 2015. Questa è la politica del governo".