Scheda / Il killer. Ecco chi era il killer di Orlando: marito violento, due volte in Arabia
lunedì 13 giugno 2016
Omar Mateen, l'uomo
considerato l'autore della strage in un club gay di Orlando, lavorava
per una delle maggiori compagnie di sicurezza del mondo, la G4S,
malgrado la testimonianza di un ex collega lo descriva come
mentalmente instabile.Con un numero di dipendenti pari alla
popolazione di Washington, la G4S lavora con le forze di sicurezza
americane per i pattugliamenti di confine, ha fornito servizi di
sicurezza alle Olimpiadi di Londra e ha partecipato agli sforzi per
spegnere i recenti incendi in Canada.
Mateen lavorava per la compagnia da quasi nove anni. Era stato
impiegato come guardiano in una struttura carceraria minorile e nella
sicurezza di un elegante resort con campi da golf a Port St. Lucie, in
Florida.DUE VOLTE IN ARABIA SAUDITA. Mateen sarebbe stato due volte in Arabia Saudita: la prima nel 2011 e la seconda nel 2012. Lo riportano la Cnn e la Nbc, citando fonti investigative. Sentito dalla Nbc, il portavoce del Ministero degli Interni di Riad avrebbe confermato un viaggio di Omar per partecipare a un pellegrinaggio alla Mecca. Solo nel 2013 il killer è stato per la prima volta segnalato all'Fbi dopo la denuncia di alcuni colleghi di lavoro.Una foto di Mateen tratta da un suo profilo su social network (Lapresse)L'EX COLLEGA: UN PAZZO. Secondo un suo ex collega, Mateen era chiaramente instabile
ma la compagnia non era intervenuta in alcun modo nei suoi confronti.
Daniel Gilroy, ex poliziotto, ha raccontato a Florida Today di aver
lavorato con Mateen al golf resort PGA Village, ma di essersi dimesso
dopo che G4s non era intervenuta di fronte ai commenti omofobici e
razzisti del suo collega. "Me ne sono andato perché tutto quello che
diceva (Mateen) era tossico. La compagnia non faceva niente,
quell'uomo era pazzo e instabile, parlava di uccidere delle persone".
Non solo, Mateen cominciò a perseguitare Gilroy, con chiamate e sms
continui in una sorta di stalking.L'EX MOGLIE: INSTABILE E VIOLENTO. L'ex moglie di Mateen ha raccontato che l'uomo era emotivamente e mentalmente disturbato, con un temperamento violento, ma non era un estremista religioso. Ha detto anche che aspirava a entrare nella polizia.L'IMAM: PREGAVA, ERA SOLITARIO. Omar Mateen "pregava in moschea tre, quattro volte a settimana" e prendeva parte alle cerimonie serali, recentemente anche "con il figlio piccolo". Lo afferma l'imam del luogo di culto, Syed Shafeeq Rahman, frequentato da Mateen, che ha visto per l'ultima volta il 29enne venerdì scorso. Il killer di Orlando non era molto socievole: "Finita la preghiera se ne andava, non socializzava con nessuno. Non è mai sembrato un violento", aggiunge il religioso.L'imam Syed Shafeeq Rahman, attorniato dai giornalisti L'AZIENDA: COLLABOREREMO. Un comunicato diffuso da John Kenning,
chief executive regionale per il Nord America della G4S, ha confermato
che Mateen lavorava per la compagnia dal 10 settembre 2007, espresso
condoglianze per le vittime e la disponibilità a collaborare con le
indagini. Con sede principale in Gran Bretagna, la G4S conta 623mila dipendenti in
110 paesi ed ha lavorato spesso come contractor per la sicurezza
americana. Secondo il suo sito web, a ogni dipendente vengono fatti uno
screening psicologico e un'analisi dei precedenti.L'FBI SI ERA OCCUPATA DI LUI. L'Fbi si era occupata due volte
di Mateen, ma in entrambi i casi aveva chiuso le indagini.
Ron Hopper, agente speciale del Federal Bureau of Investigation, ha
riferito che Mateen fu interrogato due volte nel 2013 in seguito a
"commenti incendiari con i colleghi" che potevano far pensare a legami
con terroristi, si legge sul Washington Post. L'inchiesta, ha spiegato
Hopper, fu chiusa perché non fu possibile verificare i dettagli dei
suoi commenti.
L'anno seguente, l'Fbi verificò possibili legami fra Mateen e Moner
Mohammad Abusalha, il primo cittadino americano a commettere un
attentato suicida in Siria, che viveva come lui a Fort Pierce, in
Florida. "Avevamo stabilito che il contatto era stato minimo e che al
momento non rappresentava una relazione importante o una minaccia", ha
detto Hopper.