Stati Uniti. 42 armi da fuoco, case e azzardo: chi era il killer di Las Vegas
Stephen Paddock, in una foto di qualche anno fa, fornita dal fratello (Ansa)
«Un malato di mente, un pazzo». Così il presidente americano Donald Trump ha liquidato ieri Stephen Paddock, l’uomo che domenica ha seminato morte a Las Vegas. Con il passare delle ore il profilo del killer diventa sempre più dettagliato. E inquietante. Perché l’ex contabile coltivava una serie di ossessioni. Come quella per il gioco d’azzardo e quella, legata alla prima, per le proprietà immobiliari. Secondo il fratello Eric, il killer era un investitore multimilionario che aveva fatto una fortuna nel settore immobiliare.
Ma soprattutto Stephen Paddock era divorato dalla passioni per le armi. La strage l’aveva architettata in ogni dettaglio. Lo conferma un particolare. il killer di Las Vegas, potrebbe aver usato un accessorio chiamato “bump-stock” per accelerare il ritmo dei colpi delle sue arme da fuoco. L'ipotesi di una modifica delle armi, ventilata da diversi esperti dopo la strage, sembra confermata dal ritrovamento dell'oggetto nella stanza dell'hotel di Las Vegas da cui Paddock ha sparato. Lo ha riferito l'agenzia Ap, citando fonti vicine all'inchiesta. Non è chiaro ancora se Paddock abbia usato il bump-stock che consente sostanzialmente di aggirare le restrizioni sulle armi automatiche sparando con un'arma di tipo semi-automatico a una velocità quasi pari a quella delle automatiche.
Gli agenti hanno trovato 42 armi da fuoco: 23 nella stanza dell'albergo (nella suite sono state trovate anche 10 valigie, probabilmente usate per trasportare le armi), dove Paddock si è tolto la vita poco prima che gli Swat facessero irruzione per fermare la strage; e altre 19 nella sua casa di Mesquite, sempre in Nevada. Le indagini proseguono senza sosta. Nell'auto del killer sono state trovate tracce anche di un fertilizzante, il nitrato di ammonio, che può essere usato per fabbricare bombe. Nella casa in cui viveva a Mesquite, sono stati rinvenuti anche dispositivi elettronici che la polizia deve però ancora analizzare. La perquisizione in un'altra sua casa a Reno, in Nevada settentrionale, non ha portato a trovare nulla di interessante.