rresponsabile nazionale della grande manifestazione di domani, Tugdual Derville è diventato sempre più negli ultimi mesi un punto di riferimento nel dibattito mediatico attorno alla bozza socialista sulle nozze e ado- zioni gay. Esponente di punta del mondo associativo e in particolare, da quasi vent’anni, al timone dell’importante Ong pro-life «Alliance Vita», ha pure scritto saggi sull’aborto, l’eugenismo e l’eutanasia.
Lo spiccato e crescente pluralismo della «Manifestazione per tutti» stupisce tanti francesi. Come lo interpreta? Alla base, c’è la fortissima motivazione di tutte le anime del movimento. La bozza di legge interpella intimamente le coscienze e chiunque può comprendere che c’è dietro una posta in gioco universale: la complementarietà uomodonna. Questa bozza potrebbe divenire la porta aperta a ogni tipo di deriva. Abbiamo potuto superare così tanti steccati ideologici e confessionali. Rendo pure omaggio alla personalità di Frigide Barjot, divenuta un collante insostituibile.
Nel movimento, si avverte una certa spontaneità. È davvero così? Condivido. Anzi, ormai ho l’impressione che ci limitiamo a canalizzare qualcosa che in fondo non siamo noi ad aver suscitato. Solo a Parigi, un migliaio di giovani hanno dato il loro tempo per il volantinaggio, in un’ottica di dialogo aperto con qualsiasi avventore. E il responsabile della suddivisione interna dei cortei, a soli 21 anni, si è prestato per negoziare con la Prefettura di polizia.
Lo spartiacque fra favorevoli e contrari è ancora destinato a spostarsi? Secondo i sondaggi, la nozione di matrimonio omosessuale continua a sedurre una maggioranza virtuale. Ma in uno degli ultimi rilevamenti, il 63% degli intervistati è favorevole al diritto per ogni bambino di essere adottato da un padre e una madre. C’è una palese contraddizione, essendo in Francia il matrimonio civile giuridicamente associato all’adozione. In realtà, quando i francesi riflettono un attimo su tutte le implicazioni della bozza, si oppongono a grande maggioranza. E lo slogan governativo «matrimonio per tutti » tradisce ormai sempre più un tentativo di schivare il dibattito.
Fra le “chiavi” dei cortei, c’è pure «la lotta all’omofobia». Sì, perché comprendiamo quanto sia spesso doloroso vivere una relazione amorosa che non può sfociare nella procreazione. Rispettiamo ogni persona. Inoltre, vogliamo dire al governo che è proprio una bozza che potrebbe indurre gli omosessuali a cancellare i riferimenti antropologici padre-madre a meritare di essere definita come omofoba. Continuano a ripeterlo le personalità di orientamento omosessuale che hanno raggiunto il nostro movimento. Vorrei ricordare, del resto, che anche l’ex premier socialista Lionel Jospin ha rammentato ai propri compagni di partito che il mondo è fatto di uomini e donne, non di eterosessuali ed omosessuali. Rifiutiamo sistematicamente ogni etichetta automatica stampata sulla vita intima delle persone, sempre complessa e fragile.
Quale ruolo specifico possono svolgere le istanze confessionali? Constato che hanno tutte rifiutato di costituire una sorta di fronte compatto delle religioni. Al contempo, hanno dimostrato una ricchezza di argomentazione antropologica estremamente convergente e stimolante per tutta la società, compresi i non credenti. Nonostante le tentazioni laiciste presenti in Francia, questi interventi, soprattutto quelli della Chiesa cattolica, hanno rotto il ghiaccio e aperto il dibattito.