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Domande&risposte. «Change», ecco che cosa può cambiare

Angela Napoletano, Londra venerdì 5 luglio 2024

Victoria Starmer tra i sostenitori del marito

Nuovo governo, il “change“ in politica estera, economia, sanità. Tanti i temi che a poche ore dallo “tsunami rosso” la Gran Bretagna si sta ponendo davanti ai cartelli che ancora campeggiano con la faccia di Keir Starmer e la scritta a caratteri cubitali alle sue spalle “CHANGE”.

La squadra di governo è già pronta?

Re Carlo III riceve alle 11 il nuovo primo ministro eletto Keir Starmer a cui è affidato come prassi l’incarico di formare il gabinetto dei ministri. La squadra di Keir Starmer non dovrebbe essere molto diversa da quella che per cinque anni ha retto il cosiddetto “governo ombra” (l’esecutivo dell’opposizione). Il ruolo di vicepremier dovrebbe andare ad Angela Rayner, numero due del partito. Rachel Reeves, attuale responsabile delle politiche economiche, dovrebbe essere nominata Cancelliere dello Scacchiere: sarebbe la prima volta che una donna assume il prestigioso incarico. Gli Esteri dovrebbero andare a David Lammy, gli Interni a Yvette Cooper. Il sovrano terrà il consueto discorso di inaugurazione del nuovo Parlamento il 17 luglio.

La ricetta economica cambierà?

"Il nostro compito non è altro che rinnovare le idee che tengono insieme il nostro Paese, un rinnovamento nazionale", ha detto poche ore dopo l’annuncio degli exit poll Keir Starmer. E la prima sfida sarà proprio quella economica. In pochi hanno dubbi su questo punto. Le politiche finanziare del nuovo governo saranno centrate sul concetto di «Securonomics»: mettere al sicuro l’economia ristrutturando le catene di approvvigionamento mandate in tilt dalla Brexit adottata in epoca Tory e dalla guerra in Ucraina e fortificare dall’interno la capacità produttiva. Approccio tenuto basso nel manifesto elettorale che ha invece dato largo spazio alla promessa di creare ricchezza per i meno abbienti attraverso investimenti «prudenti». Tra le iniziative ventilate da Starmer c’è l’aumento delle tasse per le scuole private e la colazione gratuita negli istituti di formazione primaria. I laburisti vogliono istituire anche una commissione d’indagine incaricata di recuperare i soldi pubblici «frodati» durante la pandemia di Covid e il lungo lockdown

I verdi chiedono subito un occhio diverso nell’affrontare i temi del cambiamento climatico e della politica energetica...

È in cantiere l’istituzione di una compagnia pubblica per l’energia pulita, la Great British Energy, finanziata con una tassa straordinaria sui profitti delle grandi aziende del comparto petrolifero. L’obiettivo è puntare sul green per rafforzare la sicurezza energetica contribuendo alla riduzione delle bollette di gas ed elettricità a carico delle famiglie. È previsto un investimento di 500 milioni di sterline per la produzione di idrogeno verde. Il partito laburista ha promesso anche migliaia di nuovi posti di lavoro nell’industria eco friendly che potrà beneficiare anche di sgravi fiscali ad hoc. In arrivo, infine, regole più stringenti per contenere la speculazione edilizia a danno delle cinture verdi delle città britanniche

I temi chiave della politica estera muteranno?

Atlantismo, vicinanza a Kiev, pericolo russo e diffidenza verso la Cina restano i capisaldi della politica estera britannica. E non cambieranno. Ne sono convinti tutti gli analisti. Una prova importante sarà invece Brexit, tema tabù in tutta la campagna elettorale. Di fatto più apertura (che potrebbe diventare reciproca) nei confronti dei 27 è prevedibile. L’intransigenza, più di posizione che motivata politicamente di Rishi Sunak con Bruxelles ha prodotto effetti negasti per Londra. Probabilmente anche qui dovrà essere apportato subito qualche cambiamento. Quantomeno come segnale di cesura con il passato conservatore.

I migranti?

Questa è una delle note dolenti che il governo Starmer potrebbe dovere affrontare al più ptesto, con tanto di reazioni forse anche da parte di chi l’ha votato. Il deprecabile “piano Ruanda” sarebbe destinato a finire in soffitta, con tutte le sue valenze puramente propagandistiche dalla vigilia del voto. Le deportazioni, almeno a breve, non ci saranno. Resta però l’enorme problema della Manica e degli attraversamenti dalla valenza sempre più drammatica per migliaia di persone in cerca di asilo nell’isola. Asilo che il sistema britannico ha dimostrato di non potere reggere a lungo. Quindi anche in questo caso il “change” elettoralistico dei Labour sarà messo alla prova.