Cesare Battisti è stato scarcerato
questa mattina dopo l'arresto alcune ore prima da parte della polizia
federale brasiliana nella località di Embu des Artes, nello stato di
Sao Paulo. In un primo momento, con un comunicato le autorità avevano
indicato che l'ex militante sarebbe rimasto "nei locali del
commissariato regionale della polizia di San Paolo fino a che la sua
espulsione dal paese sarebbe stata effettiva".
L'ex membro dei Proletari Armati per il Comunismo condannato in Italia
per il coinvolgimento in quattro omicidi,è stato invece riaccompagnato
a casa: "Abbiamo ottenuto un habeas corpus da parte di un tribunale di
Brasilia", ha precisato il suo legale, Igor Sant'Anna Tamasauskas.
"È libero al pari di qualunque altro cittadino e presenteremo un
ricorso davanti al tribunale regionale federale" di Brasilia che gli
ha concesso l'habeas corpus, il diritto di richiedere a un giudice
l'emissione di un ordine diretto a un'autorità pubblica che ha
eseguito un arresto, per rendere ragione della detenzione. Il 3 marzo scorso un giudice federale aveva accolto una
richiesta della Procura federale per considerare nullo l'atto del
governo per la concessione del soggiorno all'ex terrorista. Il
magistrato aveva deciso che si può iniziare la procedura di espulsione
verso la Francia o il Messico, i Paesi attraverso i quali Battisti
passò dopo la fuga in Italia e prima di arrivare in Brasile. Il
giudice federale Adverci Rates Mendes de Abreu aveva affermato che
trattandosi di "uno straniero senza documenti in Brasile, condannato
in patria per un crimine", Battisti non ha il diritto "di rimanere qui
o di ottenere un permesso di residenza" e quindi deve essere espulso.
Per il giudice è infatti da considerarsi nullo l'atto con cui il
Brasile gli ha concesso nel gennaio 2009 lo status di rifugiato.
La giudice federale, che di fatto ha negato il rinnovo del permesso di
soggiorno a Battisti, aveva sottolineato allora ome "gli istituti di
espulsione e di estradizione non devono essere confusi" e come la sua
decisione di espellere Battisti "non implichi un affronto alla
decisione del presidente di non concedere l'estradizione".
Anche perché l'espulsione non deve avvenire necessariamente verso il
paese di cittadinanza, l'Italia, aveva detto ancora la giudice che ha
stabilito che la procedura di espulsione può essere verso la Francia o
il Messico.