Mondo

vittime in aumento. Usa: stop agli scontri in Centrafrica

venerdì 27 dicembre 2013
La violenza in Centrafrica non si è fermata nemmeno nei giorni delle feste. E rischia di accendersi sempre più. L'arcivescovo di Bangui, Dieudonné Nzapala-Hinga, ha chiesto l'immediato invio dei Caschi blu delle Nazioni Unite. La sua richiesta è stata condivisa anche dalle autorità religiose musulmane della capitale. Il segretario di stato americano John Kerry ha lanciato un appello alle autorità del Paese africano perché sia posto subito fine alle violenze, che coinvolgono sempre più i civili, e all'uso sistematico delle torture. «Gli Stati Uniti - ha detto Kerry - sono allarmati per gli attacchi di questi giorni, condotti sia dagli ex ribelli islamici Seleka e dalle milizie cristiane di autodifesa contro civili a Bangui, la capitale». Secondo il responsabile della diplomazia di Washington la crisi potrà essere superata solo con un processo di pace e politico che «porti a elezioni non oltre il febbraio 2015». La Croce Rossa a Bangui ha fatto sapere che in due giorni di scontri, il 24 e il giorno di Natale, sarebbero morti almeno 44 persone. Molti corpi mostrano segni di torture. A Bangui al momento sono dispiegati 600 soldati francesi e un contingente africano. Negli ultimi scontri hanno perso la vita anche 5 soldati del Ciad.