Celim 1954-2014. Missionari laici: cos'è cambiato in 60 anni
È il 1954 quando un gruppo di universitari e professionisti di Milano dà vita al Centro laici italiani per le Missioni, con lo scopo di sostenere l'attività missionaria diocesana nel Sud del mondo. Comincia così la storia del Celim, una delle prime organizzazioni non governative italiane, che oggi compie 60 anni e fa in bilancio sociale e «solidale» attraverso i suoi protagonisti: voci e volti di volonatri, cooperanti, operatori in Italia e all'estero che raccontano com'è cambiato il mondo delle missioni in questi decenni.
Ci sono Bruno ed Enrica: tra i primi "ambasciatori" partiti con Celim negli anni '50. La loro esperienza ha gettato le fondamenta dell'associazione, ha portato alla prima scuola femminile del Rwanda e ha cambiato la loro vita: dovevano restare in missione due anni e ci sono stati per otto, sono partiti in due e sono tornati in sette, carichi di figli. E siccome dopo quegli anni in Africa hanno trovato al rientro un mondo diverso, hanno deciso di creare qui il loro mondo ideale, fondando la Comunità di famiglie di Villapizzone, attiva tutt'oggi.E' uno degli esempi che il Celim ha deciso di condensare in alcuni video e foto simboliche. Il Celim oggi, oltre a promuovere in diversi Paesi lo sviluppo e l'autosostenibilità dei progetti, promuove il turismo responsabile e vigila sull'impatto ambientale e sulle popolazioni dei singoli interventi. Complice la crisi, «il numero dei progetti è calato - spiega il presidente Matteo Crovetto - ma non il loro impatto sulle comunità né la passione dei volontari».