Cop26 Glasgow. Al via la mobilitazione dei credenti per il clima, a fianco degli ultimi
Gli animatori del movimento Laudato si' presenti alla Conferenza di Glasgow
«Risana la nostra vita, affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo, affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione». Ogni giorno dall’inizio della Cop26, Kate, religiosa londinese delle suore missionarie di San Columbano, piazza la sua sedia pieghevole sul marciapiede che costeggia l’elefantiaco Scottish event campus, chiude gli occhi e in silenzio recita la preghiera con cui papa Francesco conclude la Laudato si’. «La sfida ambientale è tanto enorme da non poterla affrontare da soli. Chiedo al Signore di ispirare i negoziatori», racconta suor Kate.
Accanto a lei, donne e uomini di ogni età e di ogni fede che accompagnano la trattative con una veglia quotidiana e silenziosa. Sono migliaia e migliaia i credenti che, in queste settimane, popolano le rive del Clyde. Incluso una quantità imprecisata ma ingente di cattolici. Per strada come nei corridoi della blindata blue zone, mescolati ai delegati, ci si imbatte di continuo in vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose di ogni ordine e congregazione, con e senza abito, rappresentanti di organizzazioni, gruppi, associazioni dei vari Continenti.
«Saremmo voluti essere molti di più ma le restrizioni causate dal Covid hanno complicato le cose. In ogni caso, quanti non sono presenti seguono le iniziative attraverso il Web», spiega Jonathon Braden che lavora nella comunicazione del Movimento Laudato si’ (Mls), in prima linea nell’articolazione dei cattolici impegnati nella cura della casa comune. A Glasgow il loro obiettivo è chiaro: far sì che i leader internazionali contengano l’aumento della temperatura entro la soglia degli 1,5 gradi, attraverso il taglio drastico delle emissioni.
«È una battaglia per la vita. Di tutti ma soprattutto dei più poveri, i quali meno hanno contribuito all’inquinamento e più alto ne pagano il prezzo. Sono e siamo qui per sostenerli. Come credenti in Cristo, le sorti della famiglia umana non possono esserci indifferenti», sottolinea Lindlyn Moma, combattiva kenyana che segue le trattative per conto del Mls. Due le linee su cui si concentra l’azione: sensibilizzazione e pressione. E due, dunque, gli scenari dove si svolge. Fuori dai cancelli del centro congressi e nel resto della città scozzese, si svolgono eventi pubblici, marce e veglie.
I momenti clou sono previsti questo fine settimana. Tra oggi e domani ci sarà la grande maratona mondiale di preghiera: centinaia di migliaia di cattolici, delle varie parti del pianeta, si uniranno virtualmente in un’orazione che andrà avanti per ventiquattro ore. Quelli presenti a Glasgow si ritroveranno nella chiesa di Saint Aloysius per trascorrere la notte in veglia. Domani, Giornata mondiale dell’azione, ci sarà il pellegrinaggio a Kelvingrove Park, nell’ambito della marcia della società civile e domenica la Messa.
«Sfileremo reggendo in mano un grande globo trasparente per ricordare che la terra è davvero nelle nostre mani», spiega Innocence Odongo, segretario generale dell’International young catholic students (Itcs), giunto in Scozia dall’Uganda per ampliare la coalizione di trentacinque Paesi impegnati a piantare e curare un milione di alberi. Mercoledì è in programma un momento di riflessione sui cattolici e la costruzione dell’ecologia integrale. Proprio in vista della Cop26, inoltre, il Movimento Laudato sì ha lanciato, qualche mese fa, la petizione Pianeta sano, gente sana per chiedere di passare dalle parole ai fatti.
All’iniziativa finora hanno aderito oltre 120mila cittadini e 425 organizzazioni cattoliche. Segno che c’è un forte desiderio nell’opinione pubblica di «decisioni urgenti, radicali e consapevoli», ha detto Lorna Gold, portavoce del Mls. Lo dimostra anche la crescita delle realtà cattoliche che disinvestono dalle fonti fossili: oltre trecento, decine si sono aggiunte nelle ultime settimane. Oltre alla pressione generale, i cattolici cercano anche di sensibilizzare i delegati, con incontri di gruppo e faccia a faccia nei meandri dello Scottish event campus. Un’attività delicata e importante.
«Le buone intenzioni ci sono. Lo abbiamo sentito in questi giorni – afferma Eduardo Acosta, religioso, scienziato e teologo, alla Conferenza per la Ong del suo ordine, i carmelitani –. Quanto e se i Paesi sono disposti a concretizzarle, si vedrà la settimana prossima. Noi, nel frattempo, continuiamo a pregare e a lavorare».
MOBILITAZIONE DELLE CHIESE
Marce, veglie di preghiera e Messe per salvare il pianeta
Oggi a Glasgow i cattolici marceranno, insieme agli altri cristiani e ad esponenti della società civile nelle vie della città per ricordare ai delegati della Cop 26 che «abbiamo bisogno di soluzioni urgenti per salvare il pianeta». Cosi ha detto Sarah Fleming, portavoce della “Cop26 Coalition”, l’organizzazione che ha promosso l’iniziativa. L’appuntamento sarà a Kelvingrove park per le 11.30 e la conclusione a Glasgow Green, un altro parco della città, dove parleranno, oltre a Greta Thunberg, i famosi ambientalisti Mitzi Jonelle Tan, in arrivo dalle Filippine, Vanessa Nakate dall’Uganda e lo scozzese Darren McGarvey. Tra i partecipanti esponenti delle comunità indigene, dei sindacati e anche del movimento “Extinction rebellion”. Nei giorni scorsi veglie di preghiera sono state tenute da frati della comunità francese di Taizè in cinque chiese cristiane di Glasgow tra le quali quella dell’Immacolata concezione nella zona di Mary Hill. Gli stessi frati hanno anche fatto una serata per giovani nella chiesa dei gesuiti di Saint Aloysius dove domenica 7 novembre, alle 13, i vescovi scozzesi celebreranno, insieme alla delegazione vaticana, una Messa alla quale sono stati invitati anche i delegati dell’Onu. A predicare sarà il vescovo William Nolan. Tra le iniziative ecumeniche vi è anche una funzione nella cattedrale protestante di Saint Mungo, il patrono di Glasgow, alla quale parteciperanno tutti i leader religiosi cristiani. (<+SIGLA50>S. Guz.<+TONDO_B50>)