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MEDIORENTE. Cardinale Raï: i cristiani pagano il prezzo più alto

venerdì 23 agosto 2013
Nei conflitti in Medioriente, come nell'attuale situazione in Egitto, sono sempre i cristiani a pagare il prezzo più alto. Lo afferma, in un'intervista alla Radio Vaticana, il cardinale  Béchara Boutros Raï, patriarca maronita del Libano. «Come sempre, quando si verifica il caos o quando c'è una guerra, in generale i musulmani si scatenano contro i cristiani, come se i cristiani fossero sempre il capro espiatorio - afferma -. Mi dispiace, ma in Egitto sono stati i Fratelli musulmani che hanno attaccato le chiese dei copti e i copti stessi...».«Purtroppo - prosegue Rai -, questa è la mentalità di certi musulmani: ogni volta che c'è una situazione di caos, si attaccano i cristiani senza nemmeno sapere perché!». Secondo il porporato, «la stessa cosa è successa anche in Iraq, e sta succedendo in Siria e ora in Egitto. «Loro non sanno perché attaccano i cristiani, ma è così. Quello che i cristiani chiedono, nel mondo arabo, è la sicurezza e la stabilità: tutto qui».Quella che si sta consumando in Egitto, in Siria e in Iraq - spiega il cardinale è una guerra che ha due dimensioni. In Iraq e Siria siamo di fronte a un conflitto che vede contrapposti sunniti e sciiti. Mentre i Egitto la guerra è tra fondamentalisti, tra cui i Fratelli musulmani, e i moderati. «Mi spiace doverlo dire - aggiunge il cardinale Raï - ci sono dei Paesi, soprattutto occidentali, ma anche dell’Oriente, che stanno fomentando tutti questi conflitti. Bisogna trovare una soluzione a tutti questi problemi».E il futuro, secondo il porporato, si presenta a tinte fosche: «C’è un progetto di distruzione del mondo arabo per interessi politici ed economici. C’è anche il progetto di acuire quanto più possibile i conflitti inter-confessionali nel mondo musulmano, tra sunniti e sciiti. Quindi, il progetto c’è, ed è un progetto di distruzione del Medio Oriente». Una politica che, secondo il cardinale «viene dall’esterno» e di cui sono soprattutto i cristiani a pagare il prezzo più alto: «In Iraq su un milione e mezzo di cristiani ne abbiamo perso un milione, nel silenzio totale della comunità internazionale», conclude.