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Damasco. Capo Hezbollah ucciso in un raid Accuse a Israele

sabato 14 maggio 2016
DAMASCO Un raid aereo poco dopo l’alba contro una base vicino all’aeroporto di Damasco: il bersaglio è Mustafa Badreddine, uno dei leader di Hezbollah, considerato dagli Usa il responsabile delle operazioni militari in Siria, dove combatteva a fianco delle truppe di Assad. La notizia è stata diffusa dallo stesso Hezbollah libanese che, in una nota, ha precisato che Badreddine era in Siria per combattere contro gruppi estremisti, senza fornire ulteriori dettagli. Poco dopo il deputato libanese Nawar al-Saheli, membro di Hezbollah, ha accusato Israele: «Non dovremmo anticipare le indagini, ma certamente Israele è dietro questo fatto». Poi però, mentre Hezbollah rimandava a una indagine ancora in corso, la tv al-Mayadin non lanciava più la notizia. «Rifiutiamo di commentare», la replica dell’esercito di Israele. Badreddine era stato uno dei cinque membri di Hezbollah incriminati dal Tribunale speciale delle Nazioni Unite per il Libano per l’omicidio di Rafik al-Hariri. Era stato condannato a morte in Kuwait per il suo ruolo in attentati nel 1983, scappò dalla prigione in Kuwait dopo che l’Iraq, sotto Saddam Hussein, invase il Paese nel 1990. Sempre ieri, mentre il governo belga ha deciso di impiegare i suoi F-16 attivi in Iraq anche in Siria, un altro raid aereo ha colpito la base di Abu al-Duhour, nella Siria nord occidentale, in mano ad al-Nusra uccidendo 16 leader del gruppo legato ad al-Qaeda. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Non è chiaro se il raid sia stato condotto dalla Russia o dagli Usa. Infine, nuovo allarme umanitario di Save the Children: l’assedio completo in questi ultimi giorni nella zona di Khan Eshieh, sta impedendo l’entrata di beni essenziali, mettendo a rischio la vita di circa 3.000 bambini intrappolati all’interno dell’area. L’ultima strada per entrare e uscire da Khan Eshieh, un campo profughi palestinese vicino a Damasco, è stata chiusa questa settimana, a causa di pesanti bombardamenti e della presenza di cecchini, secondo quanto riferito a Save the Children dalla Fondazione Jafra. «Nonostante il presunto cessate il fuoco in tutto il Paese, la gente vive nel terrore dei bombardamenti e sotto assedio», ha dichiarato Sonia Khush, capo dei programmi di Save the Children in Siria. Delle 12mila persone circa presenti a Khan Eshieh, circa un quarto secondo Save the Children sarebbero bambini. ( A.E.) © RIPRODUZIONE RISERVATA La vittima: il comandante Mustafa Badreddine (Epa)