Tensione altissima in Ucraina, alla vigilia di cruciali colloqui a quattro di oggi, a Ginevra. Nel giorno in cui anche il presidente russo, Vladimir Putin, ha avvertito che il Paese è sull’orlo della guerra civile, le forze ucraine e quelle filorusse hanno mostrato i muscoli in un quadro di grande incertezza. Alla luce della crisi, la Nato ha annunciato che rafforzerà «nel giro di alcuni giorni » le difese aeree, navali e terrestri nell’Europa orientale. «Abbiamo preso nuove misure per rispondere alla crisi ucraina», ha sottolineato il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen dopo il Consiglio transatlantico. Nell’est dell’Ucraina i militari di Kiev sarebbero entrati a Kramatorsk, teatro martedì di sanguinosi scontri con quattro vittime tra i separatisti, ma sono stati bloccate dai civili. Alcuni miliziani filorussi sono entrati ieri mattina a Sloviansk a bordo di sei veicoli blindati ucraini, con la bandiera russa che sventolava sul primo mezzo della colonna. Secondo i media russi, a bordo c’erano anche militari ucraini che avevano deciso di cambiare casacca e allearsi con i separatisti. Il ministero ucraino della Difesa ha ammesso che sei suoi blindati sono caduti nelle mani di «gruppi russi di sabotatori-terroristi » a Kramatorsk, dopo essere stati fermati dagli abitanti locali, e che i mezzi si trovano ora nella vicina Sloviansk. Stando ad altre fonti, i militari di una colonna ucraina bloccata da manifestanti filorussi a Kramatorsk hanno deposto le armi prima di fare marcia indietro. Scene analoghe a Sloviansk, dove 300 soldati si sarebbero «arresi», secondo i separatisti. «Bravi, bravi», avrebbe gridato la folla. Intanto due militari ucraini, un ufficiale e un soldato, sono stati presi in ostaggio dai separatisti a Krasny Luch, nella regione orientale di Lugansk. È stata invece smentita la proclamazione della «Repubblica popolare di Odessa» nell’omonima regione dell’Ucraina sud-occidentale, sul modello della Repubblica di Donetsk proclamata dieci giorni fa. «Noi non siamo sostenitori di una separazione dall’Ucraina – ha tagliato corto un portavoce dei filorussi, Artyom Davidchenko –. Ci battiamo invece per una federalizzazione interna al Paese». Da Donetsk, invece, il partito delle Regioni (filorusso) del deposto presidente Viktor Janukovich ha lanciato un appello perché Kiev cessi l’operazione antiterrorismo nell’Est e conceda l’amnistia ai separatisti, chiedendo però a questi ultimi di abbandonare gli edifici amministrativi occupati e di deporre le armi.Con la situazione sul terreno sempre più critica, le autorità di Kiev hanno inviato il ministro della Difesa, Mykhailo Koval, nelle regioni in fibrillazione del sud-est e sono tornate ad attaccare la Russia, che a loro dire innalza un «nuovo muro di Berlino». Oggi, intanto, nella consueta maratona radio-tv a reti unificate, Vladimir Putin sarà «intervistato» sui temi principali in agenda, primo tra tutti la crisi in Ucraina; e quest’anno per la prima volta saranno connessi pure gli abitanti della Crimea, la penisola ucraina annessa alla Russia il mese scorso. Secondo un portavoce del controspionaggio ucraino, Vitalyi Naida, le rivolte separatiste sono dirette dagli stessi agenti segreti russi che il mese scorso guidarono l’occupazione della Crimea. Stando ancora a Naida, Mosca punta al raggiungimento di 100-200 morti negli scontri tra forze armate ucraine e filorussi nell’Est in modo da giustificare un attacco armato. Il capo degli 007 di Kiev, Valentin Nalivaicenko, ha affermato che le forze di sicurezza ucraine hanno arrestato 23 ufficiali dei servizi segreti militari russi in territorio ucraino. Mentre la situazione sul terreno si complica, le speranze sono riposte nei colloqui a quattro di oggi a Ginevra. Mosca ha detto che «per ora» i colloqui rimangono in piedi, ma bisognerà capire quanto sarà disposta ad ammorbidire le sue posizioni.