Il governo canadese ha presentato
un disegno di legge per legalizzare il suicidio medicalmente
assistito, ma al tempo stesso afferma che il Paese non diventerà meta del
cosiddetto "turismo della morte".
La Corte Suprema del Canada ha annullato il divieto penale
contro il suicidio assistito nel mese di febbraio 2015, dando al
precedente governo guidato da Stephen Harper un anno per
introdurre una nuova normativa, ma il suo partito conservatore,
tuttavia, era fortemente contrario. Con l'arrivo di Justin
Trudeau come primo ministro, il supremo organo giudiziario dello
stato ha deciso di estendere la scadenza fino a giugno.
Trudeau sin dall'inizio del 2015, mentre era ancora
all'opposizione, ha spiegato che il suo sostegno alla morte
medicalmente assistita risaliva agli ultimi giorni di vita del
padre, l'ex primo ministro Pierre Elliott Trudeau, morto nel
2000 dopo aver lottato contro cancro alla prostata e morbo di
Parkinson.
La normativa, tuttavia, sarà a disposizione soltanto di
coloro che possono beneficiare del servizio sanitario canadese,
ed escluderà quindi tutti i non canadesi, impedendo ai malati
di altri paesi di recarvisi appositamente per la 'dolce mortè.
A precisarlo è stato un alto funzionario del governo di Ottawa,
sottolineando come l'obiettivo sia proprio quello di escludere
l'ipotesi che il Canada diventi meta del "turismo della morte".
Nei confinanti Stati Uniti il suicidio assistito per i malati
terminali è legale nello stato di Washington, in Vermont, in
Montana e in Oregon. Da poco anche la California ha approvato
una misura che consente la pratica ed entrerà in vigore alla
fine dell'anno.