Campagna. «Mondiali del Brasile, fermare la tratta»
A parlare dell’attività svolta dalla rete
in questi cinque anni è stata la coordinatrice, suor Estrella Castalone,
spiegando che Talitha Kum “si impegna a tessere insieme le molte risorse di vita
religiosa con altri settori della società in una rete che mira a dare vita e
speranza alle persone coinvolte della tratta”. Quest’ultima, infatti, ha
ricordato la religiosa, è “una rete criminale molto ben organizzata e ben
collegata da una parte del mondo all’altra e solo attraverso una rete di
salvezza e speranza possiamo prevenire che i più deboli e i più vulnerabili
diventino una merce umana”. La campagna contro la tratta organizzata in
occasione dei Mondiali di calcio vede impegnati oltre 250 religiosi, con i loro
partner laici. “Durante occasioni come i Mondiali - ha detto suor Estrella -
molte persone sono impiegate a lavorare in vari settori dell’industria e del
turismo come alberghi, bar ristoranti, trasporti di merci e persone. Le offerte
di lavoro sono tante e purtroppo coloro che accettano offerte di lavoro possono
essere ingannati e diventano vittime di diverse forme di sfruttamento”.I Mondiali di Calcio che stanno per partire
coinvolgeranno 12 capitali, famose nel mondo per essere meta di turismo
sessuale. A farlo notare è stata suor Gabriella Bottani, coordinatrice della
rete “Um Grido per la Vida”, che in Brasile promuove con “Talitha Kum” e con la
Conferenza dei vescovi del Brasile la campagna “Gioca a favore della vita.
Denuncia la tratta di persone”. Il Brasile, ha ricordato la religiosa, “è Paese
di origine, transito e destinazione delle persone vittime della tratta”, che
coinvolge soprattutto donne giovani, originarie di famiglie povere, con bassi
livelli di studio. “Nel contesto latinoamericano e caraibico - ha proseguito la
religiosa - il Brasile è un Paese con un’alta percentuale di turismo a scopo
sessuale e questo incide significativamente sul fenomeno dello sfruttamento
della prostituzione, soprattutto minorile, e spesso apre le porte al traffico
interno o internazionale”. Il messaggio della campagna, in questo contesto,
vuole essere “una proposta concreta, positiva, di vita”, partendo da una
constatazione: “I rischi della tratta per sfruttamento sessuale e lavoro si
incrementano in relazione ai grandi eventi, come è stato durante i Mondiali in
Germania e in Sudafrica, dove si è avuto rispettivamente un aumento del 30 e del
40%”. “Durante tutto questo tempo di preparazione al grande evento della Coppa
del Mondo - ha raccontato ai giornalisti suor Bottani - abbiamo osservato che le
minacce e le opportunità giocano nello stesso campo: da un lato le possibilità
di un maggior guadagno e speranza di migliorare le condizioni di vita,
dall’altro un aumento delle situazioni di degrado sociale e minacce alla vita e
ai diritti fondamentali”. L’obiettivo della campagna è, dunque, far sì che la
Coppa del Mondo diventi “uno spazio positivo e propositivo, per promuovere una
cultura dei diritti e della vita, denunciando tutte le forme di sfruttamento,
che la svalorizzano e la mercificano”. Concretamente, al campagna utilizza media
e social network “per informare e sensibilizzare la popolazione sui possibili
rischi e su come intervenire per enunciare eventuali casi”. Il materiale in
lingua portoghese è disponibile sul blog della Rete “Um Grido per la Vida” e
tutte le azioni della campagna sono divulgate sulla pagina Facebook relativa: www.facebook.com/jogueafavordavida.
Molte le iniziative di sensibilizzazione già organizzate dalla rete nelle 12
capitali brasiliane che accoglieranno le partite della coppa del mondo. “Anche
in Europa si stanno mobilitando”, hanno annunciato le religiose.