Il fuoco torna a creare allarme in California. Oltre 82.000 persone sono
state costrette ad evacuare le proprie abitazioni a est di Los
Angeles, in un'area assediata dagli incendi nella parte est
della città.
Circa 34.500 edifici sono minacciati dal fuoco, e
i governatore della California ha provveduto a dichiarare lo
stato di emergenza. A essere colpita è soprattutto la contea
di San Bernardino, un centinaio di km dalla metropoli.
L'incendio è divampato martedì notte a Blue Cut, vicino al passo Cajon, tra le montagne di San Bernardino e quelle di San Gabriel. Le fiamme, alimentate da
forti venti, sono divampate nella boscaglia secca distruggendo
oltre 7mila ettari di terreni. Almeno 700 pompieri, 57
autopompe, 8 squadre di vigili del fuoco e 10 aerei cisterna
sono stati dislocati in tutta l'area colpita.
"Sappiamo che molti edifici e costruzioni sono andati distrutti, ma
non conosciamo ancora l'esatto numero. Le fiamme sono ancora
fuori controllo", ha spiegato al Los Angeles Times Tracey
Martinez, funzionario del Dipartimento dei vigili del fuoco
della contea di San Bernardino. "È il prezzo da pagare per
vivere in questo canyon. La terra è arida e il fuoco si propaga
velocemente", ha commentato Ellen Pollema, 63 anni, la prima
persona insieme a suo marito a essere costretta a lasciare la
propria casa.
Quello di Blue Cut è solo l'ultimo di una serie di incendi
che ha divorato intere aree della California negli ultimi
cinque anni, che saranno ricordati per la forte siccità. Solo
nel 2016 otto persone hanno perso la vita e centinaia di case
sono state distrutte dalle fiamme. E i funzionari mettono in
guardia: il peggio non è ancora alle spalle. Fino all'autunno,
infatti, a propagare le fiamme è il Santa Ana, vento secco che
dal nord-est soffia sulla California del sud portando con sè
tutto il caldo accumulato nel deserto del Nevada.